Calcio Serie B – Alex Redolfi: “Mantova più forte di chi ci critica sui social”

Alex Redolfi
Alex Redolfi

MANTOVA A Carrara ha salvato il risultato. Stiamo parlando di Alex Redolfi, protagonista nel finale di partita di un prodigioso salvataggio sulla linea di porta che ha consentito al Mantova di mantenere l’1-1 e portarsi a casa un punto sofferto ma pesante. Da lì il centrale biancorosso parte per una disamina che tocca svariati punti e lo vede appassionato difensore (di nome e di fatto) della squadra e dei compagni bersagliati da qualche critica.
Alex, ripartiamo proprio da Carrara. Te l’ha pagata la cena Festa, visto che l’azione era nata da un suo errore?
«Siamo noi che dobbiamo pagare la cena a Marco, altrochè. Vedete, io ho un brutto vizio: leggo i commenti dei tifosi sui social. E penso che la gente debba usare il buon senso per dare dei giudizi. Festa viene criticato troppo, nonostante in più di un’occasione ci abbia salvato. Capita a tutti di sbagliare un passaggio ma, ripeto, lui è stato provvidenziale in tante altre occasioni. Dobbiamo ringraziarlo, altro che criticarlo».
Resta la tua prodezza: un salvataggio equivalente a un gol…
«È stato puro istinto, e comunque ho fatto il mio dovere. Devo dire che la traversa mi ha dato una mano. Certo ho rischiato di dare una testata mica male. Potevamo uscire con 4 punti: quello ottenuto sul campo e i miei 3 sulla testa (ride)».
Come giudichi la prestazione di Carrara?
«Nessun alibi. Però vi assicuro che quel campo in sintetico era davvero pesante . Cambiava proprio la direzione della palla: la davi dritta e andava dall’altra parte. La Carrarese era più abituata, noi abbiamo sofferto».
Premesso ciò, il tuo bicchiere com’è?
«Mezzo pieno. Credo che poche squadre porteranno a casa la vittoria da Carrara. Oltretutto, loro l’hanno preparata e interpretata proprio bene».
Sta di fatto che in trasferta ancora non avete vinto…
«Mah, è come dire: stai meglio in casa tua o in casa degli altri? Al Martelli è come se fossimo in pantofole: ci sentiamo sereni, tranquilli, a nostro agio. Questo ci dà certezze e sicurezza».
Quindi cosa serve per rendere al meglio anche lontano dal vostro stadio?
«Quella consapevolezza che il Martelli ci dà in maniera naturale. Anche un pizzico di coraggio in più, volendo».
È una questione mentale?
«Sì. Perchè fisicamente stiamo bene: tutti i dati in nostro possesso lo testimoniano».
Domenica vi aspetta la Sampdoria: come vivete l’attesa?
«Il Ferraris non è uno stadio qualsiasi. E nemmeno la Samp è una squadra qualsiasi: ha speso tanto per vincere il campionato. Ma noi non dobbiamo farci condizionare: affidiamoci al nostro gioco e a quello che sappiamo fare. Anzi, con un pizzico di sana presunzione, mi vien da dire che è meglio affrontare squadre che giocano a viso aperto».
Te la dovrai vedere con Coda e Tutino, forse la coppia di attaccanti più forte del campionato…
«Sulla carta è così, ma poi magari il campo dice altro. Sicuramente sarà complicato, ma è anche un grosso stimolo. Fermo restando che noi dobbiamo trattare tutti allo stesso modo: dal bomber più celebrato al 2006 più sconosciuto».
E se il Mantova combinasse uno scherzetto alla grande Sampdoria?
«Tutto è possibile. Non esistono squadre imbattibili. Noi però dobbiamo salvarci il prima possibile. Siamo settimi: non stiamo facendo tanto male come qualcuno sostiene».
E qui ritorniamo ai social…
«Lo so, dovrei evitare di leggere certi commenti. Ma più sono assurdi e più li trasformo in stimoli da portare in campo. Mi serve, io che non ho doti eccelse, per dimostrare a certa gente che si sbaglia. L’anno scorso, dopo le prime partite, ho letto che io e un mio compagno di squadra eravamo difensori di Terza Categoria, non certo degni del Mantova. Quel messaggio è ancora sul mio telefonino e ogni tanto me lo rileggo. Per carità, ognuno è libero di scrivere quello che gli pare. Ma chi ha vissuto le trasferte di Scanzorosciate, chi ha patito i fallimenti degli ultimi anni, chi si fa tutte le trasferte, chi ha già prenotato il biglietto per Catanzaro… Ecco, quelli secondo me sono i veri tifosi».