MANTOVA Se c’è uno stadio centrale nella storia del Mantova, nel senso di decisivo e leggendario, questo è il Luigi Ferraris di Genova. Proprio l’impianto che domenica tornerà ad aprire le porte ai biancorossi a 16 anni di distanza dall’ultima volta (24 agosto 2008: Genoa-Mantova 3-1 di Coppa Italia). L’occasione è la partita di campionato con la Sampdoria, che manca addirittura dal 1972. Nell’ultracentenaria storia dell’Acm, dicevamo, c’è una data indissolubilmente legata allo stadio Ferraris di Genova: domenica 28 giugno 1959. In quel giorno e in quell’impianto si compì la sublimazione del Piccolo Brasile (questo il sorprannome dell’allora Ozo Mantova) che conquistò la promozione in Serie B.
Urge breve riassunto per gli ignari. Stagione 1958-59: Mantova e Siena vincono a pari punti il campionato di Serie C, ma per la B c’è un solo biglietto in palio. Si ricorre allo spareggio su campo neutro e viene scelto appunto Genova. Da Mantova giungono due treni speciali, 15 pullman e qualche auto privata per un totale di 6mila tifosi. Fischio d’inizio alle ore 17. Il Mantova di Edmondo Fabbri schiera: Negri, Martinelli, Cadè, Giavara, Bibolini, Micheli, Turatti, Giagnoni, Furini, Fantini, Recagni. Nomi da brivido. Dopo un quarto d’ora si fa male Cadè e il Mantova resta in 10 perchè all’epoca le sostituzioni non sono permesse. Ci si aspetta un Siena all’arrembaggio, invece i toscani rimangono inspiegabilmente sulla difensiva. Il Mantova non perde un grammo della sua brillantezza, e qui cediamo la penna al grande e indimenticato Alberto Gazzoli che, nel libro Un grido solo: Mantova edito qualche anno fa dalla Voce così scrisse: “Si arriva in parità al 35’ della ripresa: Turatti a centro campo illumina la scena con un lancio ficcante per Recagni; l’Ettore da Lodi si invola, inarrestabile, salta Toneatto e quando vede che Nadalet gli corre incontro, lo evita stringendo sulla sinistra, ritorna poi verso il centro, vede Fantini libero e lo serve su un piatto d’argento . Eugenio prende palla, la stoppa e poi la scaraventa in rete nonostante l’estremo tentativo del difensore Pedemonte: il Mantova è in Serie B”.
Quella partita è rimasta memorabile, anche perchè viene considerata l’ultima esibizione del Piccolo Brasile, che l’anno dopo perderà qualche pezzo importante. Questo non impedirà all’Ozo di completare l’impresa e salire addirittura in Serie A. Dunque, l’epoca d’oro del Mantova cominciò proprio da Genova, o comunque lì scrisse una pagina cruciale. Per questo tornare a calcare il campo del Ferraris (o Marassi, dal nome del quartiere dove si trova lo stadio) assume un valore simbolico fortissimo per il Mantova.
Va detto che, successivamente, l’impianto ligure non ha più riservato grosse soddisfazioni all’Acm. Zero vittorie in 6 partite con la Sampdoria, mentre col Genoa il bilancio conta solo 2 successi su 10 gare. L’ultima volta che il Mantova ha affrontato la Samp a Marassi correva il 2 aprile 1972 e finì 0-0. Era l’ultimo campionato in Serie A dei biancorossi. Negli anni Duemila, vanno segnalate un paio di amichevoli estive giocate contro i blucerchiati: nel 2002 a Predazzo e nel 2006 a Trento.
Comunque nulla di paragonabile a quel che i biancorossi di Possanzini proveranno domenica alle ore 15. Sarà davvero una partita speciale, molto delicata da gestire a livello emotivo. E chissà che il Mantova non possa scrivere un’altra bella pagina di storia. Certo meno rilevante rispetto a quella di 65 anni fa, ma fondamentale per il suo attuale percorso.