MANTOVA Ripartire dal finale di Cosenza, ovvero dalla caparbietà con cui la squadra ha ottenuto il pareggio e cercato di vincere la partita. Questo chiede Davide Possanzini al suo Mantova, atteso domani dalla trasferta di Cittadella. Il tecnico biancorosso, che torna volentieri in panchina dopo i due turni di squalifica («dalla tribuna si vede meglio, ma la panchina dà altre emozioni») ricomincia proprio dal 2-2 in terra calabrese: «Siamo andati sotto di due gol immeritatamente dopo pochi minuti – analizza – . Bravi i ragazzi a rimanere in partita, senza mai perdere le distanze. È questo l’atteggiamento che dovremo adottare a Cittadella, magari cercando di prestare maggiore attenzione ad ogni episodio. Stamattina (ieri, ndr) ho visto la squadra benissimo in allenamento. Inoltre, ho abbondanza nelle scelte. Sono molto fiducioso».
Il Cittadella è compagine in salute, che grazie agli ultimi risultati ha agganciato l’Acm in classifica: «È una squadra diversa rispetto all’andata – osserva il mister – . Allora giocavano col 4-3-1-2, ora sono passati al 3-5-2. Però l’applicazione è la stessa, sono molto aggressivi. Mi aspetto una partita complicata, dove dovremo essere bravi a capire i vari momenti della gara».
Anche a Cosenza il Mantova è incappato in una “falsa partenza”, subendo due gol nei primi minuti: «Secondo me è più merito degli avversari che demerito nostro – afferma Possanzini – . Voglio dire che non è una questione di approccio mentale sbagliato: sia il Sudtirol che la Reggiana che il Cosenza ci hanno castigati alla prima occasione in cui hanno superato la metacampo. Fino a quel momento la palla l’avevamo tenuta noi, creando anche qualche presupposto. Ciò significa che l’impatto mentale era giusto. Certo dobbiamo limare certi aspetti, migliorare nella lettura di certe situazioni. Ma è anche vero che nelle ultime giornate la Lega ha sempre premiato come miglior gol di giornata quelli segnati contro di noi. Quindi ripeto: merito agli avversari». Altra costante è la vittoria in trasferta che non arriva: «È un dato di fatto – ammette Possanzini – . Tuttavia, è altrettanto vero che ultimamente abbiamo colto buoni risultati fuori casa, quindi siamo sulla strada giusta. Dobbiamo perseverare».
Il tecnico continua a intravedere ampi margini di miglioramento, ma quest’anno si presenta una sfida in più: «In C tanti giocatori sono cresciuti, anche perchè c’erano i risultati e una tranquillità diversa. In B ovviamente è più dura: aumentano i sacrifici, le difficoltà, i bocconi amari. Ma questi ostacoli fanno parte del percorso di crescita. Vale per tutti, anche per Burrai e De Maio: non si finisce mai di imparare. Anzi, considero Sebastien un esempio: quando è venuto qui l’anno scorso non era in questa condizione psico-fisica. Eppure a 37 anni si è rimesso in gioco, perfezionandosi. Così stanno facendo tutti i suoi compagni, e devono continuare a farlo anche nei momenti più duri».