MANTOVA Ventidue anni compiuti da una settimana, torinese doc, il terzino sinistro Christian Celesia è uno dei tanti giovani promettenti di questo Mantova che vola verso la B. Il buon rendimento di Panizzi gli ha impedito di scendere in campo con continuità (solo 9 presenze fino a questo momento). Si è rilanciato nelle ultime due partite, contro Pro Sesto e Giana Erminio, giocando dal primo all’ultimo minuto.
Christian, ripartiamo proprio dal match con la Giana…
«Si vedeva poco, tra nebbia e fumogeni. È stata comunque una vittoria bella e meritata. Soltanto negli ultimi 10 minuti ci siamo abbassati un po’ troppo».
Calo fisiologico?
«Direi più stanchezza. Magari non sembra, ma anche tenere la palla per 80 minuti alla lunga diventa dispendioso».
In che senso?
«Nel senso che il nostro tipo di gioco non si limita al possesso palla. C’è da pensare alla giocata successiva, che a sua volta presuppone dei movimenti… Sono situazioni che proviamo minuziosamente ogni giorno in allenamento».
Domenica vi aspetta l’Albinoleffe…
«Il nostro modo di preparare le partite è lo stesso, indipendentemente dall’avversario. L’Albinoleffe ci ha messo in difficoltà all’andata e mi aspetto che lo farà anche domenica».
Anche stavolta potrete contare sulla spinta di centinaia di tifosi…
«Sono splendidi. Ogni volta ci danno una spinta fortissima, e questo lo si avverte soprattutto fuori casa. Il loro entusiasmo si riflette sul campo e viceversa».
Sei soddisfatto della tua stagione o speravi di giocare di più?
«Sono soddisfatto perchè siamo primi e già questo mi riempie d’orgoglio. Ma lo sono soprattutto perchè ogni giorno imparo cose nuove, in un gruppo che è a tutti gli effetti una famiglia».
Cosa intendi?
«Che c’è una sinergia totale fra tutte le componenti. Società, squadra, tecnici, tifosi: se siamo primi è grazie a tutti, nessuno escluso. Mantova si distingue dal resto perchè non manca niente. E questo non è affatto comune nel calcio, anzi direi che è quasi stupefacente».
Ti aspettavi tutto questo quando hai firmato per il Mantova?
«Mi ero creato delle attese, ma qui siamo andati ben oltre».
La Serie B è un sogno o un obiettivo?
«Era un sogno, è diventato un obiettivo. Noi però non ci pensiamo. Il nostro unico pensiero è provare a vincere tutte le partite, poi a fine stagione faremo i conti».
Resta il fatto che solo il Mantova può vanificare tutto…
«Vero. Ma, se è per questo, è dal 17 luglio che siamo padroni del nostro destino».
Tra i tanti, qual è l’insegnamento più prezioso che ti ha regalato Possanzini?
«La bellezza del giocare a calcio, di un passaggio o di un movimento. Mi ha fatto capire che il calcio dev’essere gioia e divertimento anche in ambito professionale, perchè questa è l’essenza del nostro sport».
Anche tu fai parte della corposa “cooperativa del gol” biancorossa, grazie alla rete segnata al Novara. Cosa ti ha lasciato?
«Fu un gol rocambolesco. Ricordo la mia corsa sfrenata sotto la Te e i compagni che mi tiravano indietro perchè c’era da riprendere il gioco e vincere la partita. Avrei voluto godermi di più quel momento, ma poi è stato meglio così perchè la partita l’abbiamo effettivamente vinta».
Ti piace Mantova?
«Molto. La trovo simile alla mia Torino. Mi piace la sua vocazione “green”, mi piace girarla in bicicletta».
Hai già esordito in Serie A. Cosa ricordi di quel giorno?
«Era il 2 agosto 2020 a Bologna. Giocavo nel Torino ed era l’ultima giornata del campionato dell’era Covid. Il mister mi disse che avevo 10 secondi di tempo per cambiarmi e poi sarei entrato. Non ho quasi avuto il tempo di realizzare. Giocai pochi minuti, ricordo un bel passaggio che feci a Belotti… È finito anche negli highlights di Youtube».
Hai all’attivo anche 3 presenze in B nell’Alessandria: il ritorno è imminente?
«Ci spero tanto».