MANTOVA Domenica, al Martelli contro la Pro Vercelli, il Mantova si gioca la salvezza all’ultima giornata. Non una novità nell’ultracentenaria storia dell’Aciemme, anzi una sorta di consuetudine se prendiamo in esame i campionati più recenti. Diciamo subito che non c’è un trend definito: qualche volta è andata male, qualche volta bene. E qualche volta… inutilmente bene.
Già, inutilmente. Il riferimento è alla stagione 2016-17, l’ultima in cui il Mantova (con Graziani in panchina) si è giocato la salvezza all’ultima giornata. Il campo dice missione compiuta, grazie al 3-1 casalingo sull’innocuo Sudtirol. Il tribunale negherà la gioia: il Mantova, gestito dalla cordata romana, fallisce e riparte dalla D. Quindi, tutto inutile. Del resto, da mesi tirava brutta aria e la contestazione dei tifosi dopo il match col Sudtirol, nonostante la salvezza centrata, suonava già paradossale ed eloquente.
I finali thrilling sono stati una costante di quegli anni. Nella stagione 2015-16, il Mantova di Prina all’ultima giornata può solo mirare al miglior piazzamento nei play out col Cuneo, già definiti. Ci riesce grazie a un modesto 1-1 casalingo con l’Albinoleffe, guadagnandosi così il diritto di giocare in casa lo spareggio di ritorno. Finirà bene: 0-0 in Piemonte, 1-0 al Martelli.
Nel 2013-14 l’obiettivo è piazzarsi tra le prime 9 per accedere alla C unica, mentre le ultime 9 scendono in D. Il Mantova si complica la vita tra risultati altalenanti ed esoneri di allenatori e direttori sportivi. La faccenda sta prendendo una brutta piega, finchè il ritorno del ds Pelliccioni a tre giornate dal termine sistema tutto: le vittorie con Santarcangelo e Spal fanno sì che a Sassari contro la Torres possa bastare un pareggio. E pareggio sarà: 1-1. Indimenticabile a fine gara il rifiuto dei giocatori di rilasciare interviste, in polemica con la stampa: abbiamo visto anche questo.
Il passo falso più recente consumatosi all’ultima giornata l’abbiamo rievocato appena una settimana fa. È quello di Busto Arsizio, stagione 2011-12. Un autentico suicidio: la Pro Patria non ha più nulla da chiedere al campionato, il Mantova è avanti 2-1 fino a 12 minuti dalla fine. Poi la papera di Festa, il panico che subentra e il 3-2 bustocco al 90’. Ai biancorossi non restano che i play out, superati tra mille patemi ai danni di Lecco e Vibonese.
C’erano invece poche speranze nel 2009-10, ultima disgraziata stagione in Serie B. Ad Ancona finisce 2-2 ma, dati i risultati delle concorrenti, ai virgiliani di Serena non sarebbe bastata nemmeno la vittoria. Il peggio, in ogni caso, verrà in seguito: Lori non riesce ad iscrivere la squadra, il club fallisce, infine emergeranno brutte storie di scommesse e illeciti vari.
Decisamente meglio era andata l’annata precedente (2008-09), almeno nel finale. Il più era stato raccolto a Piacenza, nella penultima giornata. Una vittoria che consentiva ai biancorossi di Somma di giocare alla camomilla il match conclusivo con la Salernitana, al Martelli. Basta un punto ad entrambe… e il punto arriva (1-1).
Fin qui episodi del recente passato. Ma, andando ancora più indietro nel tempo, non si può non menzionare due epiloghi davvero dolorosi per il Mantova. Il primo nella stagione 1981-82. I biancorossi di mister Pereni ospitano la Triestina, che nulla ha più da chiedere al campionato. Basta un successo per guadagnarsi la permanenza in C1, senza dover nemmeno confidare nelle disgrazie altrui. E invece a vincere è la Triestina, in vantaggio 2-0 già dopo mezz’ora. L’assalto dell’Acm produce solo il gol della bandiera. Le rivali (Empoli e Rhodense) vincono entrambi e per il Mantova si consuma la beffa.
L’altro epilogo nero risale al 1972-73 in B. Anche in questo caso il Mantova, allenato da Foni, chiude in casa, ma col Brescia è uno scontro diretto e serve la vittoria. Rondinelle avanti già dopo 4 minuti, Panizza fa 1-1 su rigore a inizio ripresa. Fino a 10’ dalla fine il Mantova sarebbe comunque salvo, complici i risultati delle concorrenti. Ma negli ultimi minuti sugli altri campi cambia tutto e l’Acm non trova il gol del 2-1. Addio Serie B.
Ecco, una consolazione per il Mantova di oggi arriva proprio da queste ultime due annate raccontate: domenica, mal che vada, non ci sarà alcuna retrocessione. Al massimo i play out. Meglio comunque non pensarci.