Calcio – In memoria di Cesarino Morselli, dirigente illuminato e grande talent scout

Cesare Morselli (a sx) assieme a Lucchi, Cadè e Fario
Cesare Morselli (a sx) assieme a Lucchi, Cadè e Fario

MANTOVA Vasto cordoglio ha suscitato tra gli sportivi virgiliani la notizia della scomparsa, avvenuta lo scorso 16 aprile, di Cesare Morselli, classe 1936, direttore sportivo dell’ultimo Mantova in Serie A nella stagione 1971-72. Era il Mantova che tutta l’Italia calcistica guardava con simpatia e ammirazione; una piccola società che per oltre un decennio fu in grado di lottare con le grandi, che aveva nell’imprenditore Andrea Zenesini un presidente appassionato e nel giovane Morselli un dirigente competente e legato alla società nella quale era cresciuto. Quella favola finì qualche anno dopo e Cesarino, come lo chiamavano tutti gli amici, fu costretto a emigrare, portando le sue capacità a Ferrara, dove allestì la Spal che vinse il campionato di C nel 1977, per poi disputare due ottimi campionati di B. Alla fine di quel triennio ci fu un primo burrascoso divorzio, ma venne poi richiamato, quasi a furor di popolo nel 1982. Quella Spal fu un’autentica fucina di giovani talenti, tra i quali il tecnico Giovanni Galeone, scoperto proprio da Morselli.
Nel frattempo, Cesare era stato chiamato da Domenico Luzzara, neopresidente della Cremonese, per provare a riportare i grigiorossi in B. L’obiettivo venne centrato immediatamente, ma soprattutto vennero gettate le basi per la squadra che sarebbe arrivata in A nella stagione 1983-84. Quella era la squadra che lanciò il tecnico Emiliano Mondonico e nella quale fece il suo debutto il 17enne Gianluca Vialli, ennesima scoperta di Morselli, che in attacco affiancava Sauro Frutti, altra vecchia conoscenza dei tifosi mantovani.
Morselli approdò poi al Novara e in seguito nello staff tecnico delle giovanili del Verona, andando a caccia di giovani talenti da valorizzare. Con questo ultimo prestigioso incarico si chiuse di fatto la sua più che trentennale carriera di dirigente calcistico, ma la sua passione per questo sport e il suo amore per i colori biancorossi non vennero mai meno.