MANTOVA Come un fulmine a cielo (mica tanto) sereno. Giuseppe Galderisi non si aspettava l’esonero. Lunedì mattina aveva diretto regolarmente l’allenamento e a tutti aveva dato appuntamento all’indomani. «Invece – racconta – in serata ho ricevuto la chiamata del direttore che mi comunicava l’esonero. Sono sincero: non me l’aspettavo». L’amarezza per l’epilogo di un’avventura che era cominciata bene si mescola all’orgoglio di aver centrato risultati che mister Nanu considera importanti: «Sì – spiega – . Io sono molto orgoglioso di essere stato l’allenatore del Mantova e di esserlo tuttora, anche se inattivo. In questi quattro mesi ho lavorato con uno staff incredibile. La gente mi ha accolto bene, la tifoseria è stata magnifica. C’era rispetto e amore nei miei confronti. I risultati? L’obiettivo era salvare la squadra e personalmente l’ho raggiunto. Lascio una squadra che ora come ora è salva. Dopo tutto quello che abbiamo passato non era scontato. Ricordo che a Natale avevo impostato un lavoro specifico e, per colpa del Covid, mi sono trovato con soli 6 giocatori da allenare. A Padova eravamo in 13. Eppure siamo riusciti a conquistare 22 punti, con una media di 1,22 a partita. Battendo tutte le squadre che ci seguono in classifica».
Tutto vero, però il ruolino di marcia delle ultime partite si era fatto sconfortante. «Non siamo stati fortunati – ribatte Galderisi – . Nel secondo tempo contro la Pergolettese ho contato un numero incredibile di occasioni che purtroppo non siamo riusciti a concretizzare. Meritavamo di vincere. Problemi con i giocatori? Lo escludo nel modo più assoluto. Con i ragazzi c’è sempre stata grande empatia. E una squadra che gioca contro l’allenatore non disputa un secondo tempo come quello contro la Pergolettese. La squadra è viva. Anzi, secondo me c’erano i presupposti per vincere a Busto».
Galderisi, in ogni caso, non porta rancore. «Solo amarezza e delusione per non aver realizzato il mio sogno: portare la squadra ai play off, perchè io ancora ci credevo. E costruire un progetto più duraturo. Sognavamo qualcosa di grande, peccato. In ogni caso: forza Mantova!».