MANTOVA La prestazione innanzitutto. Questo chiede Davide Possanzini al suo Mantova, per il match di domani a Busto Arsizio (ore 14). «Abbiamo avuto una settimana tipo per preparare questa gara – spiega il mister biancorosso – . Ho insistito sui soliti concetti: fare la partita sempre e comunque, migliorare sui dettagli cercando di consolidare quel che stiamo facendo bene. Mi aspetto la prestazione. Se passiamo da quella, facciamo anche risultato».
La mente va inevitabilmente al match di 10 giorni fa in Coppa Italia, vinto 1-0 dalla Pro Patria al Martelli con stoccatina di Possanzini agli avversari nel post-gara, sul loro atteggiamento remissivo («preferisco perdere 100 partite così che giocare in questo modo», disse). L’occasione è buona per tornare su quella frase, che fece risentire il tecnico dei bustocchi Riccardo Colombo: «Direi le stesse cose – afferma Possanzini – . Però ci tengo a precisare una cosa: non mi sono mai permesso di parlare degli avversari. Il mio messaggio non era rivolto alla Pro Patria, ma alla mia squadra perchè voglio che giochi in un determinato modo. Nulla di personale con la Pro Patria, ci mancherebbe. Non volevo offendere nessuno e non l’ho fatto, forse qualcuno ha voluto apposta interpretarlo così. Per cui chiedo scusa a chi si è sentito toccato. Ma ribadisco quello che penso: io preferisco un altro tipo di gioco. E penso che costruire sia più difficile che distruggere».
Forse per evitare altri fraintendimenti, il tecnico del Mantova non si sbilancia alla domanda su come la Pro Patria imposterà la partita: «Non lo so. Le variabili sono tante. So soltanto che noi l’abbiamo preparata bene. Il fatto che le altre squadre comincino a conoscerci è uno stimolo in più per noi. Dobbiamo provare a fare cose diverse per sorprenderle. Magari leggendo meglio le varie fasi della partita». Anche perchè, osserva il mister, una delle peculiarità di questo campionato è proprio l’equilibrio: «In ogni partita ce ne sono tante. Basta un episodio per cambiarla e per questo bisogna tenere sempre alto il livello di attenzione. Le partite vanno sempre giocate perchè sono sempre aperte: perfino a Trieste sul 4-0 lo era».
Possanzini elogia i suoi ragazzi: «Stanno tutti bene e alzano quotidianamente il livello di impegno. Cominciano a farmi venire i primi dubbi sulle scelte da compiere. Ma sono pagato per questo e, se sbaglio, lo faccio in buona fede».
Un’ultima battuta sull’inusuale orario del match con la Pro Patria: le 14. Il mister la prende con filosofia: «Se fossi ancora un calciatore non mi farebbe effetto. Ma se fossi un tifoso mi girerebbero le scatole. Però il sistema è questo, il mondo sta cambiando e ci dobbiamo adattare».