MANTOVA A più di un anno dall’inizio della pandemia da Covid-19, ancora oggi sono necessarie politiche restrittive per contenere la curva epidemiologica. In questo scenario, anche il mondo dello sport si ritrova a dover affrontare situazioni sempre più difficili. Sport & Salute ha pubblicato i risultati di un sondaggio che delinea uno scenario alquanto allarmante sullo stato di salute e le prospettive di ripresa delle varie società, associazioni e realtà sportive italiane. Con dati e numeri che devono allertare le istituzioni sulla necessità di dare risposte e supporti in vista della ripartenza.
Fine attività – Nel periodo che va da maggio 2020 a febbraio 2021 più della metà delle organizzazioni sono rimaste chiuse. L’8% ha cessato l’attività: il 6% ha chiuso nel corso del 2020, mentre il 2% collega tale evento al 2021. Tra i motivi principali di chiusura ci sono i costi troppo alti (32%), a cui si aggiungono la mancanza di adeguati aiuti dallo Stato (27%) e la riduzione degli iscritti (23%).
Meno praticanti – La pandemia ha inoltre ridotto il volume di attività delle organizzazioni sportive e pertanto il numero di personale coinvolto. Ridotto è anche il numero dei praticanti: più di 9 organizzazioni su 10 hanno riscontrato una perdita di utenza e, tra questi, il 40% afferma di aver perso oltre la metà dei propri praticanti.
Bilanci in rosso – Situazione negativa anche per i bilanci: quasi la totalità del campione ha riscontrato perdite di ricavi nel 2020 e oltre la metà stima che tale perdita superi il 50%. Tutt’altro che rosee le prospettive per il 2021: sono previste ulteriori perdite stimate in misura superiore al 50%.
Ristori inadeguati – Bocciatura totale degli aiuti e dei supporti finora ricevuti, ritenuti insufficienti e inadeguati. Si tratta soprattutto di ristori per mancati ricavi e di incentivi a copertura dei costi di locazione. Ma per il 55% degli intervistati, le misure sono state inadeguate e solo il 4% le ha ritenute sufficienti. Per quanto riguarda le misure restrittive, i continui cambiamenti hanno inevitabilmente generato incertezza spaccando il campione in due: solo metà degli intervistati ha detto di conoscere quali siano le attività sportive consentite nelle zone di diverso colore.
La ripartenza – La quasi totalità (98%) delle organizzazioni ha affermato che riaprirà; di queste tuttavia meno di 1 su 3 ha detto che erogherà a pieno regime i propri servizi. Resta inoltre quel 2% del campione che prevede di cessare l’attività entro l’anno. Per riprendere a pieno regime, il 47% ha detto di aver bisogno di incentivi per costi di locazione, il 37% di incentivi per le iscrizioni da parte dei praticanti e il 33% di incentivi sia per il reinserimento dei collaboratori sportivi che per i costi delle utenze.