MANTOVA Il clima più freddo sebbene soleggiato del fine settimana avrà un seguito anche nei prossimi giorni. Un nuovo nucleo di aria fredda, ben più potente di quello arrivato tra venerdì e sabato, sta per entrare nel Mediterraneo da nordest. Giungerà in serata accompagnato da un certo rinforzo dei venti di bora inducendo un ulteriore abbassamento della temperatura. Già stamane all’alba la il termometro è sceso al di sotto dello zero di 2 o 3 gradi (0° in città), ma grazie al calore del sole la temperatura riuscirà a portarsi ancora attorno ai 10 gradi.
Dal pomeriggio avremo tuttavia più nubi, segno dell’imminente arrivo della massa fredda continentale, in realtà molto più incisiva sulle regioni adriatiche, dove nevicherà a quote molto basse fra la Romagna e la Puglia settentrionale. Questo perché sorvolando le acque dell’Adriatico la massa fredda si arricchirà di vapore organizzando nubi che andranno poi a scontrarsi contro le pendici dell’Appennino. La Valpadana – segnatamente quella a nord del Po – non risente per motivi orografici di questo tipo di comportamento. Da noi la massa fredda produrrà solo un parziale aumento delle nubi nel pomeriggio-sera di oggi, dopo una giornata abbastanza soleggiata e con termometro fino a 11/12 gradi.
Fino a giovedì compreso il freddo si farà sentire, attutito in ogni caso dal calore dei raggi solari. Il cielo rimarrà infatti soleggiato per tutta la settimana, fatto che comporterà una notevole escursione termica fra il giorno e la notte, con minime fra -4° e -1° e massime attorno ai 10/11 gradi.
L’esordio di marzo sarà quindi più invernale che primaverile e tutto sommato è un bene. La stagione si sta già risvegliando precocemente e ciò potrà comportare fioriture premature e in netto anticipo sulla tabella di marcia. Un rallentamento della corsa della primaverile allontana di conseguenza il l’eventualità che una gelata seria attorno al 20 o al 30 di marzo possa danneggiare le piante da frutto come accaduto l’anno scorso.
In realtà la primavera sta già correndo. La scorsa settimana molte zone padane hanno raggiunto i 17/18 gradi, valori di quasi dieci gradi oltre le medie del periodo. Anche l’anno scorso febbraio accelerò non poco il decorso stagionale facendo segnare addirittura punte di 23 gradi.
Marzo è comunque il mese più imprevedibile dell’anno. Possono ancora verificarsi situazioni pienamente invernali anche eclatanti. Sono veri e propri voltafaccia stagionali da mettere in conto almeno fino alla metà del mese. Un esempio arriva da quanto accaduto alla fine di febbraio del 2018, quando tutta l’Italia settentrionale fu investita da una pesante ondata di freddo continentale con temperature minime fino a -6° in pianura seguite da un’abbondante nevicata l’1 e il 2 marzo (10 centimetri accumulati in città). Un altro precedente notevole è quello del 10 marzo 2010: allora il mantovano e il nord Italia furono investiti da una vera e propria bufera di neve: ai confini con il Polesine caddero fra 10 e 15 centimetri di neve (7/8 in città), ma furono più di 20 quelli caduti a sud del Po.
Alessandro Azzoni