SABBIONETA Non tardano ad arrivare, per il neoeletto sindaco di Sabbioneta Marco Pasquali, le prime critiche mosse dalla minoranza in previsione del prossimo consiglio comunale che si terrà il prossimo 12 giugno. In un documento, infatti, i consiglieri Aldo Vincenzi (sindaco uscente) , Lorena Ghezzi e Claudio Lodi Rizzini attaccano il primo cittadino accusandolo, non solo di non rispettare lo statuto comunale, ma anche di cambiarlo a suo uso e consumo. «I primi atti del sindaco Pasquali sollevano dubbi. Innanzitutto la nomina di un assessore esterno già candidato e risultato non eletto nella recente consultazione amministrativa viola la norma dell’art. 22, comma 2 del vigente Statuto comunale. Evidentemente il sindaco conosce il problema e all’ordine del giorno del primo consiglio comunale, al fine di togliere di mezzo l’impedimento, propone la modifica proprio di quell’articolo, solo di quell’articolo. Lo Statuto comunale risale al 2001 ed avrebbe sicuramente bisogno di una globale revisione alla luce delle tante riforme legislative sopraggiunte; sarebbe dunque lecito attendersi da un sindaco giovane e neoeletto il rispetto delle prerogative del consiglio comunale e la creazione di una commissione ad hoc. All’epoca la commissione consiliare che elaborò il testo, poi approvato all’unanimità dall’assemblea, venne presieduta da Vittoriano Razzini e si avvalse della consulenza del segretario comunale Pippo Leonardi ; il sindaco era Cesare Boni eletto con il 56% dei voti. Il neosindaco Pasquali, forte del suo 31%, con a fianco Razzini, annunciato capogruppo, elabora una norma ad personam per consentirgli di avere una seconda donna in giunta, pescandola tra l’unica sua candidata non eletta, invece che tra una “vera” esterna. Rimane il problema di legittimità dell’atto di nomina, non sanabile retroattivamente, e degli atti che l’assessora andrà a compiere, dal momento che la modifica entrerà in vigore solo dopo 30 giorni dalla pubblicazione sull’albo pretorio. Si aggiunga che, dal 2001, tutti i sindaci di Sabbioneta hanno rispettato la previsione dell’art. 22, comma 2. L’assessore con deleghe a lavori pubblici, urbanistica ed edilizia è un imprenditore edile di Sabbioneta – proseguono i tre consiglieri -. E’ noto che l’art. 78, comma 3 TUEL pone l’obbligo di astensione dall’esercizio di attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio amministrato per i componenti la giunta competenti nelle materie di cui alle citate deleghe. L’attività svolta da quell’assessore non si potrà definire strettamente “professionale”, per quanto seria e competente, ma una valutazione sull’opportunità della nomina è quantomeno doverosa. Apprendiamo, tra l’altro, che Pasquali avrebbe anche conferito degli incarichi a singoli consiglieri di maggioranza. Anche tale facoltà non è consentita dallo Statuto comunale che all’art. 17, comma 6 contempla solo la possibilità di delegare attività di studio e ricerca e non funzioni esecutive che possano assumere rilevanza esterna. Alcune funzioni delegate ai consiglieri inoltre si sovrappongono a quelle conferite agli assessori, con prevedibili questioni di regolamento di competenze. Si aggiunga che ad un consigliere di professione geometra risulterebbe delegata la materia urbanistica; tornerebbe quindi a porsi in maniera più evidente la questione dell’art. 78, comma 3 TUEL».