MANTOVA Closer to strange: vicino a qualcosa di strano. Che ci spiazzi, ci ponga domande, ma ci offra pure nuove visioni. Di questo, e di altro, tratta la mostra aperta ieri nel Museo di Palazzo Ducale, presso LaGalleria Arte Contemporanea, snodandosi poi in Corte Vecchia. Protagoniste Canan Dagdelen e Giuliana Natali.
Questa è stata una stagione nella quale il Museo ha puntato davvero molto sull’arte contemporanea, ha sottolineato il direttore del Ducale Peter Assmann, nell’ambito di un programma che offra un dialogo tra due artisti sullo stesso tema, interpretato attraverso differenti concetti, dando così vita ad un dialogo di pensieri. Nel caso di Canan Dagdelen l’esegesi del suo lavoro parte da un’opera, formata da punti, che va a completare la parola place. Da qui la domanda eterna circa il luogo in cui viviamo, dove ci troviamo come esseri umani, che relazione abbiamo con gli altri. Espressa tramite un linguaggio che fa riferimento a culture diverse, per questo universale, come universale è l’arte contemporanea, non divisa dalle nazionalità.
Spazi inquietanti, misteriosi, ma anche ironici, comunque sempre strani, sono quelli rappresentati da Giuliana Natali, come illustrato dalla curatrice dell’esposizione Renata Casarin. Molto interessante l’utilizzo dei materiali, tulle o lana, installati su strutture portanti rigide. I suoi enigmatici animali potrebbero essere testimonianze del passato così come anticipazioni del futuro, sono in ogni caso una risposta a un mondo tellurico, cui nel Novecento gli artisti cercano di dare interpretazione e approfondimento, ponendoci quesiti e cercando personali risposte, nella continua ricerca di trasportate l’essere umano verso la felicità. Poiché questo sempre è il punto d’arrivo da ciascuno anelato. La mostra resterà aperta fino al 24 agosto. Ilperf