CASTIGLIONE – Per il 2024, tra i cantieri in atto e da portare a termine per lo sviluppo urbano, ma anche e soprattutto sociale, molti cittadini di Castiglione sperano che la location che un tempo ospitava la celebre piscina del Lido possa tornare ai fasti di allora o, quantomeno, trovare una ricollocazione definitiva nel tessuto urbano.
È vero che, dopo tanto tempo, finalmente tutta l’area è stata ripulita a fondo e transennata, e ciò aveva fatto supporre l’avvio di lavori, ma alla fine della fiera, poi, non se n’è fatto più nulla. Così come pure dagli anni novanta a questa parte.
Tra le varie ipotesi sul tavolo, spesso modificate nel tempo, il progetto per una cosiddetta urbanizzazione primaria con l’intento di costruire nuove residenze con annessi uffici e strutture ricettive e direzionali ed anche un’area verde. O ancora la realizzazione di una casa di comunità in grado di supportare, all’occorrenza, il pronto soccorso del vicino ospedale San Pellegrino, e di servire gran parte dei comuni nei dintorni del capoluogo dell’Alto Mantovano. Anni addietro si era vociferato di una riqualificazione con la costruzione di alloggi per anziani autosufficienti, ma comunque serviti dai servizi sociali: una sorta di casa albergo.
In ogni caso, che si tratti di abitazioni, nuovi spazi, negozi o di qualsiasi altra attività o edificio che possa prendere il posto dell’ex piscina del Lido, residenti e non si augurano vivamente che almeno la conchiglia resti al suo posto. E ciò, per la verità, è stato già confermato da più parti. Il celebre ‘guscio’, nel corso dei decenni, ha fatto da cornice a numerosissime band della beat generation ed orchestre che suonavano musiche da ballo, impegnate ad animare le sere d’estate del parco acquatico. Nel 1932 iniziarono i lavori per la costruzione della vasca, riempita con l’acqua proveniente dal limitrofo canale Arnò ed è stato così fino al 1947. Molti castiglionesi e bresciani ricordano questo luogo iconico, con nostalgia e romanticismo, tra foto sbiadite ed aneddoti, oltre che per i tuffi, anche per le colonie di ragazzi in estate e per i momenti danzanti degli anni sessanta e settanta.