Più nucleare e benzine ecosostenibili

Si avvicina l’inizio dell’attività dell’Europa uscita dalle urne nei primi giorni di giugno. La gente, almeno in Italia, ha dato al voto il valore del cambiamento, non sembra sia stato percepito dall’Europa che sta tentando di far correre il treno sui vecchi binari. Uno dei primi temi da affrontare è la sostenibilità che va ottenuta senza creare altre difficoltà alla gente. Di per sé già stressata da situazioni di ansia per la paura provocata dalle due guerre in atto. La Striscia di Gaza in stallo per il mancato cessate il fuoco e la ritardata consegna ad Israele degli ostaggi, intanto morte che si aggiunge a morte; l‘Ucraina, non dimentichiamo che è stata invasa dalla Russia, senza un tavolo al quale siedano i potenti per discutere di una pace giusta. L’Europa sulla sostenibilità si gioca i risultati sulle variazioni climatiche, di mezzo c’è la vita del mondo animale e vegetale, sulla pace si gioca la credibilità, che è tutt’altro di un dettaglio. La sostenibilità, quindi, è una priorità assoluta, non è tema populistico. Ma va corretto il percorso tracciato dall’Europa di ieri, perché ideologico atto a produrre valenze il cui rispetto richiederebbe ulteriori sacrifici: la cappotta alle case e tutti a muoversi con auto elettriche, con danni enormi per tutta l’economia dell’Unione. La sostenibilità che si basa sull’ideologia non è progresso. Per cui compito di chi ci governerà sarà tenere i piedi per terra seguendo un realismo che generi correzioni climatiche in grado di influire favorevolmente sia sull’ambiente, ma anche in favore di chi lo abita. Quindi misurare le cose, analizzarle in profondità e poi agire. Ricordiamo l’intervento di Tronchetti Provera, il “dominus” della Pirelli, fatto in una recente conferenza a Milano. Ha sollecitato la necessità di fare le benzine eco sostenibili. Si è domandato: “perché dobbiamo fare tutto l’elettrico, quando sappiamo benissimo che le materie prime non le abbiamo, le batterie non le abbiamo, l’energia solare non la possiamo raccogliere se non i con pannelli che vengono non certo dall’Europa e che le turbine delle pale eoliche in Europa non siamo in grado di farle? Un minimo di orgoglio italiano”. Ad esempio, in fatto di benzine eco sostenibili marciamo in testa, sull’Idrogeno che produce potenza senza emissioni dannose, siamo avanti. Il sole e il vento, fonti di energia sostenibile, non saranno sufficienti per tenere il passo con la costante richiesta di più energia per creare più ricchezza. Per questo il governo sta aprendo al nucleare sicuro di quarta generazione, che dovrebbe arrivare a regime nel 2050, quando le emissioni gassose raggiungeranno lo zero. Chiediamoci per puro esercizio

 

mnemonico: “Quanto è costato il referendum che ha bandito dall’Italia il nucleare? Quanto denaro abbiamo speso per importare l’energia mancante alle nostre produzioni? Abbiamo importato dalla Francia che ce l’ha fornita producendola con il nucleare nelle centrali situate in vicinanza dei nostri confini. Difficile tirare le somme, ma facile è il conto in perdita della nostra economia, tacendo per carità di patria i danni sul clima dal produrre la nostra energia con centrali termoelettriche e a carbone. Riteniamo che al tempo del referendum ad incidere sul NO più che la scienza possa essere stato l’effetto emozionale del disastro causato dalla centrale di Cernobyl (Ucraina), dovuto più per l’imperizia dell’uomo che per l’incontrollabile reattività dell’atomo. Per convincerti ad agire in fretta, Europa, guarda l’Italia letteralmente spaccata in due dal clima, nubifragi al Nord e siccità al Sud con gravi danni per le aziende agricole. Basti pensare, è un esempio, al caldo che sta facendo crollare almeno del 20% la produzione nazionale di grano, più i problemi con l’olio in Puglia, che rischia di ridursi del 50%.

GASTONE SAVIO