Elezioni a Mantova: Rossi ufficializza e intanto i “lucchiniani” entrano in Lombardia ideale

MANTOVA – Come annunciato ieri in forma dubitativa, Lega Salvini e Fratelli d’Italia hanno ufficializzato la candidatura a sindaco di  Stefano Rossi nel corso di una conferenza stampa all’hotel Favorita. Con loro, allo stesso tavolo, la rappresentanza “civica” (in realtà, di emanazione leghista) di “Lombardia ideale”. Manca il terzo anello decisivo per completare il quadro consolidato del centrodestra: Forza Italia.
Appena lunedì il commissario cittadino di Fi  Nicola Sodano assieme al leader di Fd’I  Alessandro Beduschi, aveva definitivamente rinunciato alla propria nomination espressa dal partito azzurro, cedendo il passo a Rossi. Ma già in serata qualcosa andava storto: le voci di una conferenza stampa che escludessero gli azzurri prendeva corpo. Ieri conferma.
«È una questione di tempo. Per noi non è cambiato nulla con Forza Italia», spiega il segretario provinciale del carroccio  Antonio Carra. E di rincalzo il suo responsabile agli enti locali  Adriano Cattaneo puntualizza: «Hanno qualche problema al loro interno, e vive una fase complicata, come del resto l’abbiamo avuta anche noi alcuni anni fa, quando proprio su Sodano una parte era andata all’opposizione, ma la Lega ufficiale aveva sostenuto Sodano permettendogli di completare il mandato».
Dunque, la divisione in campo azzurro è spiegata, e così pure l’assenza di Fi al tavolo che ufficializza il candidato alle comunali 2020. Ma l’ottimismo impera: «Dopo le feste saremo tutti più buoni, e unione ci sarà, e tutto andrà per il meglio», conclude Cattaneo, che esclude comunque di vedere in Rossi il motivo della temporanea ruggine.
Dal canto suo Rossi contiene ancora la “grande uscita”. Prima, assicura, occorre fare squadra sul programma, che a primavera presenterà una propria civica da affiancare a Lombardia ideale; civica alla quale conta di vederne altre ancora pronte ad affiancarsi sui temi da lui propugnati, e a suo dire trascurati da questa amministrazione in carica, della quale si percepiscono gli effetti: «Una Mantova vuota, con negozi chiusi, che fa rimpiangere quella già da me conosciuta, e che vorrei tornare a vedere». I punti fermi e cardinali? «Lavoro, infrastrutture e sicurezza».
Quanto a possibili dissapori anche all’interno del carroccio, è tassativo Carra: «Inesistenti». E le dimissioni di  Claudio Bottari dalla segreteria circoscrizionale? «Ragioni sportive: Claudio chiede più tempo per prendere parte a gare di tiro a segno con la pistola», rivela Cattaneo.  È vero, al tavolo dei relatori manca la terza forza consolidata della coalizione. Eppure una espressione in qualche modo forzista c’è. In rappresentanza di “Lombardia ideale”, la civica fondata dal governatore  Attilio Fontana per le ultime regionali, siede  Claudio Bavutti, uno degli storici esponenti di Forza Italia, già amministratore a Moglia, poi improvvisamente defilatosi. E non è l’unico.
In platea, altri nomi già “berlusconiani”, oggi confluiti nel nuovo soggetto civico di emanazione leghista. Fra gli altri, il goitese  Mario Cancellieri e  Massimo Grillenzoni. Assente giustificato (convalescente per una operazione al ginocchio) il sindaco castiglionese  Enrico Volpi, anch’egli passato a “Lombardia ideale”.
Guardacaso, si tratta in buona parte di personalità che nei propri trascorsi possono accreditarsi come forzisti di area “lucchiniana”. Una coincidenza? Forse, potrebbe. E nondimeno, proprio il fatto che la Forza Italia ufficiale di  Annalisa Baroni sia assente viene indicata da alcuni in sala come un dato significativo da analizzare.