MANTOVA – Mantova È uno dei personaggi più attesi della XX edizione degli “Incontri del Cinema d’Essai”. Ferzan Ozpetek , regista, anche d’orchestra, scrittore e pittore, vincitore di numerosi premi nel mondo del cinema, è un artista estremamente poliedrico.
In un mondo nel quale per eccellere è sempre più richiesta una grande specializzazione, come si fa ad avere successo in così tanti campi?
«Si tratta di ambiti interconnessi tra di loro. Se avessi studiati ingegneria forse sarebbe stato fuori contesto. Il cinema è scrittura ma è anche musica e pittura».
Qual è la sua definizione di arte?
“È l’espressione di raccontare le emozioni. L’Arte per eccellenza, per la mia visione, rimarrà comunque sempre il cinema».
Cinema che sta attraversando un momento davvero delicato a causa della pandemia da Covid-19. Cosa vede per il futuro di questo settore?
«È un periodo molto difficile. Accadono cose strane. Per esempio c’è il permesso di viaggiare su un aereo uno accanto all’altro ma non c’è quello di sedersi al cinema o al teatro, nonostante si possa stare comodamente seduti a poltrone alternate. Oltre al settore del cinema, bisogna pensare ai registi, agli attori, agli sceneggiatori e ai produttori. Non solo. Sinceramente mi mette molta angoscia pensare a tutte quelle professionalità come i truccatori, i parrucchieri, i costumisti, gli elettricisti e i macchinisti, tutte persone che lavorano a giornata e con tante produzioni bloccate o rimandate come andranno avanti?”
Ha già avuto modo di visitare la città di Mantova?
«È la prima volta che mi trovo nella città virgiliana e la trovo stupenda. Ho avuto modo di visitare Palazzo Ducale e Palazzo Te. Quest’ultimo, in particolare, è veramente meraviglioso. Ho anche bevuto un aperitivo in centro. Sono stato tentato di entrare nei numerosi negozi che vendono prodotti tipici ma ho desistito altrimenti sarei tornato a casa con una valigia piena zeppa di prodotti locali. Ho comunque la netta sensazione che in questa città si mangi divinamente”.
Torniamo all’arte. Qual è il suo messaggio per i giovani che vogliono intraprendere la carriera del regista?
«Il consiglio è quello di nutrire sempre l’entusiasmo e la passione e di non mollare mai. Poi nella vita, in tutti i suoi ambiti, ci vuole un buon 50% di fortuna. L’incontro con la persona giusta oppure l’occasione al momento giusto. Per esempio, io non sono andato con il mio primo film, “Il bagno turco”, al Festival di Berlino».
Tra i tanti premi che ha vinto, ce n’è uno in particolare che porta nel cuore?
«Il premio che ho ritirato per Massimo Girotti perché avrei voluto che lui fosse lì e mi sono molto emozionato. Casa mia, nel corso degli anni, è stata invasa dai premi però adesso è più importante la sensazione che mi dà guardare ognuno di essi e il ricordo della giornata nella quale li ho ritirati. Quando ho ritirato il Globo d’Oro per “Il bagno turco”, entrando in teatro ho incontrato Monica Vitti che mi ha fatto innumerevoli complimenti per il mio lavoro”
Per concludere, quali sono i progetti futuri di Ferzan Ozpetek?
«Per la Disney sto scrivendo la serie delle Fate ignoranti. Devo anche scrivere un film per la Warner Bros ma si tratta ancora di un progetto in divenire. E poi? Non saprei ma d’altronde non sappiamo nemmeno quello che accadrà domani».