GUIDIZZOLO In occasione del Giorno del Ricordo che commemora le vittime delle foibe, la sala consiliare del Comune di Guidizzolo ha ospitato un evento importante: Anna Velcic, profuga istriana fuggita dalle persecuzioni titine, viene insignita della cittadinanza onoraria in quanto simbolo di lotta al razzismo e ad ogni genere di violenza.
I cittadini del comune accorrono numerosi all’evento, chiamati a raccolta dal sindaco, che sottolinea l’eccezionalità e la novità della manifestazione. Tutti sono visibilmente commossi, soprattutto la signora Anna. L’emotività del momento viene amplificata dalla realizzazione da parte del nipote della donna, Simone Gallo, di una video-intervista alla stessa, per raccontarne le vicende di gioventù. Il filmato narra le peripezie di una giovane ragazza dalmata, perseguitata in quanto istriana e vittima dell’orrore delle foibe, tutt’oggi spesso negato.
Ella narra l’occupazione dell’Istria-Dalmazia durante il secondo conflitto mondiale, in un primo momento da parte dei jugoslavi, successivamente dei tedeschi, che si rivalgono sulla popolazione italiana quivi presente, rea del tradimento mussoliniano. A rimetterci è chiaramente la gente comune, ingiustamente vessata e trucidata. Per sottrarsi ad una vita grama la signora Anna, all’epoca dei fatti 15enne, si rifugia nel campo profughi di Trieste con il proprio fratellino, al tempo 12enne. Da qui muovono alla volta del campo di Treviso, poi Padova ed infine Mantova. I genitori sono lontani, i due ragazzi sono soli in un Paese che fatica ad accettarli, senza poter peraltro tornare nel proprio, a causa delle vessazioni di Tito.
Ma non tutti i mali vengono per nuocere: in una condizione così disagevole, Anna incontra il proprio futuro marito. Con lui si stabilisce a Guidizzolo e costruisce la propria famiglia, paga di una serenità assente da tempo e finalmente ritrovata.
Ambra Natati