MANTOVA La Fiom-Cgil di Mantova ha voluto affrontare un direttivo “seminariale”, per dirla con le parole del segretario provinciale Fiom Marco Massari. Al centro del Direttivo l’analisi del cosiddetto “Decreto Sicurezza” emesso dal governo Lega-Cinque Stelle fortemente voluto e indirizzato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini e per questo anche definito “Decreto Salvini”. Un decreto che già in apertura di dibattito è stato definito da Massari, che ha aperto i lavori, “disumano pericoloso e inaccettabile che cavalca l’onda dei pregiudizi derivati da paura e ignoranza, generando odio. Si pensi solo che questo provvedimento legislativo cancella una norma civile come il permesso di soggiorno per motivi di protezione umanitaria. E decreti come questo vanno proprio nella direzione che noi della Fiom riteniamo sbagliata e crediamo che in questo periodo, soprattutto, vadano rimarcati i valori antirazzisti e antifascisti sui quali ci fondiamo”. Per questo è importante contrastare l’ignoranza attraverso un’informazione giusta su quelli che sono i contenuti del Decreto Sicurezza.
Damiano Galletti della Fiom Cgil Lombardia ha evidenziato come il Decreto Sicurezza vada contro i valori di uguaglianza e solidarietà, alla base della Fiom e della Cgil, e contrasti con i principi dell’articolo 77 della Costituzione in quanto “non esistono – ha detto – motivi d’urgenza ed emergenza per adottare provvedimenti provvisori con forza di legge. I reati, infatti, secondo i dati diffusi dal Viminale sono calo dal 2014 e sono diminuiti del 15%, così come non esiste l’invasione dei migranti in Italia. E lo dicono i numeri stabili da 5 anni, mentre se esiste un’emergenza è quella degli italiani che se ne vanno all’estero per lavorare, 130mila l’anno scorso”. Anche Galletti ha rimarcato come il Decreto, tagliando anche i fondi per l’accoglienza, passati da 35 a 18 euro a migrante, metta in difficoltà chi si occupa di accoglienza generando una corsa al ribasso che inciderà sulla qualità dei servizi offerti.
L’avvocato Federico Micheli, appartenente all’Associazione Studi Giuridici Immigrazione, ha evidenziato come il Decreto Sicurezza vada ingiustamente a colpire la condizione di una persona e ha approfondito l’aspetto dell’abolizione del permesso per motivi umanitari: “L’eliminazione della Protezione Umanitaria come possibilità di ottenere il permesso di soggiorno va a colpire anche quei migranti che si erano inseriti in un percorso lavorativo volto all’integrazione. Il loro percorso si interromperà quando dovranno richiedere il rinnovo del permesso umanitario e saranno espulsi dall’Italia poiché diverranno irregolari”. Raddoppiano poi i tempi di risposta alla richiesta di protezione, passando da due a 4 anni. C’è poi una norma del decreto, spiega sempre l’avvocato Micheli, fortemente limitativa della libertà personale che interviene sulla condizione soggettiva ed è quella che prevede il trattenimento per 30 giorni alla frontiera, in appositi locali, del richiedente asilo pe determinazione o verifica dell’identità e poi per lo stesso motivo fino a 180 giorni nel CPR. Altro aspetto del decreto evidenziato dal giurista è stato quello relativo alla reintroduzione del blocco stradale come reato, che rende più complesso l’esercizio del dissenso e dello sciopero, una norma che interessa molto da vicini i sindacati. Mentre per quanto riguarda i centri di accoglienza, il Decreto Sicurezza ridimensiona gli Sprar, a gestione comunale e qualitativamente molto migliori in termini di accoglienza erogata, a favore dei Cas gestiti dalle Prefetture.
Nel dibattito sono intervenuti anche Iacopo Caropreso, direttore dello Sprar di Mantova, Luigi Benevelli, presidente Anpi Mantova, Maria Bacchi del Comitato Mantova Solidale, Sandro Saccani della Scuola Senza Frontiere e Daniele Soffiati, Segretario Generale Cgil Mantova. Le conclusioni del direttivo sono state affidate ad Alessandro Pagano, Segretario Generale Fiom Cgil Lombardia.