MANTOVA – Prima il gesto di autolesionismo poi, mentre veniva medicato nell’infermeria del carcere di via Poma, aveva colpito con una raffica di pugni al volto il sovrintendente della polizia penitenziaria che lo aveva accompagnato. Il detenuto era stato quindi bloccato dall’altro personale in servizio evitando così il peggio. L’agente carcerario era stato invece accompagnato al pronto soccorso dove i medici gli avevano riscontrato la frattura delle ossa nasali per una prognosi di trenta giorni. Autore dell’aggressione, risalente allo scorso 7 febbraio, A.L., un 27enne nordafricano con precedenti per lesioni, tentato omicidio e ubriachezza, detenuto per una pena a un anno e mezzo di reclusione. Già la notte del 4 febbraio, appena arrivato da una comunità per mancata osservanza delle regole, si era procurato lesioni a un braccio e il medico di guardia aveva disposto una visita psichiatrica urgente in ospedale. Al Poma però, durante il colloquio, aveva tentato dapprima di aggredire lo psichiatra per poi darsi alla fuga. Bloccato a stretto giro era quindi stato rispedito in cella con l’accusa di evasione. Per quel primo episodio, ieri l’uomo è finito innanzi al giudice Raffaella Bizzarro, quale prosecuzione del processo per direttissima. Il difensore, l’avvocato Gianfranco Manuali, ha quindi chiesto ed ottenuto una consulenza psichiatrica per il proprio assistito con rinvio al 15 marzo per conferimento dell’incarico peritale.