Ammissione a medicina: la riforma degli accessi è targata Mantova

Mantova Può ben dirsi targata Mantova la nuova modalità di accesso alla facoltà di medicina per gli studentiche sinora dovevano superare il numero chiuso imposto a livello ministeriale. Ma è stato proprio Nicola Taurozzi, primario emerito del “Poma”, già docente universitario e membro del Cts, che lo scorso anno bussò alla porta del ministro della salute Bernini per sottoporgli la nuova formula che proprio l’altro ieri è stata adottata dal governo.
«La riforma dell’accesso a medicina è il primo grande passo per disporre di un maggior numero di neolaureati, ma occorre contemporaneamente incentivare i neolaureati a iscriversi alle scuole di specializzazione e formazione per medici di medicina generale con posti a concorso che frequentemente rimangono scoperti. Se non aumentiamo l’importo delle borse di studio degli specializzandi, attualmente troppo basso, i neo laureati emigrano all’estero dove gli importi sono fra il 30 e il 40% in più», conclude Taurozzi. Al quale dànno ragione i numeri generali: in Italia mancano 5mila medici di base, oltre 40 solo nella nostra provincia, e 15mila specialisti negli ospedali.
La riforma approvata in Senato è stata il cavallo di battaglia del ministro dell’università e ricerca con il contributo della proposta di progetto di riforma presentata nel luglio 2023 da Taurozzi: una riforma che, secondo lo specialista mantovano, permetterà di disporre di un numero maggiore di medici nel sistema sanitario nazionale attualmente in grave criticità.