MANTOVA In città negli ultimi dieci anni sono spariti 117 attività di commercio al dettaglio e oltre venti imprese di alloggio e ristorazione.
E’ la fotografia scattata nel Comune di Mantova dall’Osservatorio della demografia d’impresa nelle città italiane e nei centri storici, realizzato dall’Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne.
Erano 466 le imprese del commercio al dettaglio attive nel capoluogo virgiliano a giugno 2022, 257 in centro storico e 209 fuori; nel 2019 erano 537 (rispettivamente 287 e 250), nel 2012 ancora di più, ossia 582 (316 in centro e 266 fuori).
Analogo discorso per alberghi, bar e ristoranti: ammontano complessivamente a 347 unità (di cui 174 in centro, 173 fuori), contro i 391 di tre anni prima e i 368 del 2012.
L’ottava edizione dell’Osservatorio arriva in una fase che ha visto superare il picco della crisi dovuta alla pandemia e alla stagnazione dei consumi, ma che si confronta oggi con nuove emergenze derivanti dal caro energia, da una elevata inflazione e dal protrarsi della guerra in Ucraina.
“I cambiamenti nelle preferenze e nelle abitudini di acquisto e consumo, lo sviluppo del commercio online e altri fattori stanno cambiando volto alle nostre città e ai centri storici in particolare – ha sottolineato il vicepresidente di Confcommercio Mantova con delega al territorio Stefano Gola – continua il progressivo deteriorarsi del tessuto commerciale urbano, e, più in generale, dei servizi di mercato. Mantova vive una stagione preoccupante dal punto di vista della tenuta delle imprese, con l’erosione progressiva del numero di attività e il rischio desertificazione, verso cui abbiamo sempre messo in allarme enti e istituzioni, e che purtroppo si sta rivelando una tragica realtà, che adesso incombe come una spada di Damocle”.