MANTOVA Con quello che costano benzina e gasolio c’era chi per fare il pieno andava proprio in quel distributore che era tra i meno cari della provincia per risparmiare qualcosa. Risparmio che però sfumava del tutto visto che il gestore dell’area di servizio clonava bancomat e carte di credito dei clienti per andare a fare il pieno a loro spese. Per essere sicuro di non essere scoperto partiva da Viadana, dove abita e dove gestiva un distributore di carburanti, e andava a Verona per fare il pieno alla propria auto. Ma questo espediente non è bastato e il benzinaio-hacker non è riuscito a farla franca. Husnain Khalid, titolare dell’impianto di rifornimento in via Pisacane a Viadana, uno dei più convenienti per fare il pieno in tutta la Lombardia, è stato condannato con rito abbreviato a un anno e 4 mesi di reclusione oltre a 600 euro di multa, mentre il suo presunto complice, Dan Petri, romeno, ha patteggiato 10 mesi e 20 giorni con una multa di 400 euro. I due sono stati processati davantia l gup di Verona, Paola Vacca. Era infatti nel capoluogo scaligero che i due imputati erano stati sorpresi in auto con le prove “schiaccianti” a loro carico, vale a dire le carte clonate; ed era sempre a Verona che, stando alle successive indagini, il benzinaio mantovano e il suo complice sarebbero andati a «rifornirsi» di carburante svuotando le tessere-rifornimento clonate ai clienti del distributore di Viadana. I due erano finiti nei guai nel settembre del 2019 quando erano stati fermati per un controllo dai carabinieri di Verona, che li avevano trovati in possesso di alcune tessere-regalo dell’Ikea. Da una successiva analisi le due tessere erano dei cloni di quelle autentiche, perfettamente funzionanti, che i due utilizzavano per fare il pieno addebitando le spese ai titolari delle carte originali. Inoltre nel distributore di Khalid, a seguito di perquisizione, venivano rinvenute 60 carte plastificate una delle quali modificata nella banda magnetica grazie a un kit da applicare allo sportello del self-service in vendita in Rete permette di acquisire, illegalmente s’intende, i codici delle carte.