MANTOVA – Prodotto agile, per consentire al visitatore di palazzo Te di portare a casa tutta l’emozione di un luogo dal grande impatto scenico, ma pure uno spunto per nuovi studi, mappature, scoperte: questo rappresenta il volume “I Giganti”, come illustrato ieri dalla direttrice del Museo di palazzo Te Veronica Ghizzi, durante la presentazione del libro edito da Skira, con testi di Roberta Piccinelli e fotografie di Giuseppe Gradella. Sia nella parte narrativa sia in quella riservata alle immagini si è scelto un punto di vista innovativo, capace di riassumere la visione complessiva espressa nell’iconica sala da Giulio Romano. Così Giuseppe Gradella ha optato per una lettura in grado di riportare le scene corali così come i particolari celati, notando il rapporto tra i personaggi che si intrecciano costantemente uno con l’altro o la ricchezza e le sfumature della gamma cromatica.
L’apparato iconografico, ha chiarito la conservatrice dei Musei Civici di Mantova Piccinelli, è di fondamentale importanza poiché dopo l’intervento di restauro complessivo della sala ha consentito la mappatura dello stato di conservazione di un ambiente nel quale Giulio Romano, come regista, ha portato alla fusione di differenti arti performative. Il testo prende in analisi i vari gruppi di divinità, poi le panoramiche delle quattro pareti, con annotazioni anche di carattere tecnico circa le modalità di esecuzione dei lavori. Dall’attività conservativa si è oggi in grado di stabilire, ad esempio, che i ponteggi siano stati smontati nel 1532, per consentire a Carlo V d’Asburgo di poter ammirare almeno la volta della stanza completata, durante il suo passaggio mantovano. Nella parte illustrativa compaiono anche tre disegni inediti a matita rossa, donati a palazzo Te nel 2005, realizzati nell’arco del Seicento, che permettono di notare alcuni elementi di invenzione giuliesca, come la presenza del camino, prima dei rimaneggiamenti settecenteschi. Uno spunto per ulteriori approfondimenti, che verranno prossimamente esposti.
Questo ultimo tassello, ha chiosato il direttore di Fondazione palazzo Te Stefano Baia Curioni, si aggiunge alla rinnovata illuminazione e climatizzazione della camera, azioni che associate al restauro della sala dei Giganti, comportano un miglioramento e una più profonda conoscenza degli affreschi.