Mantova La crisi c’è per tutti, d’accordo, ma a fronte di qualche problema con le bollette che attanaglia i più, c’è anche un’altra Mantova, che le bollette non le paga, perché non ha nemmeno una casa. È questo popolo di senzatetto che eleva la nota più triste proprio mentre le festività natalizie invitano a ben altre musiche e a sorridere. I dati della Caritas diocesana suonano come campanelli d’allarme per il crescente ricorso all’assistenza anche da parte di cittadini “comuni” – o che sino a poco tempo fa tali erano detti. Ma l’allarme diventa rosso quando i servizi sociali predispongono un piano per decuplicare i livelli di assistenza nel dormitorio di via Ariosto. Sì, proprio decuplicare, dal momento che nei 38 posti letto a disposizione, fruiti a rotazione da circa 125 assistiti annui, si passerà nell’arco del prossimo triennio a 300 assistiti. Il tutto per un costo annuo di 180mila euro a carico del Comune.
Vien da sé che la stessa struttura di accoglienza dovrà subire un drastico cambiamento. Cosa peraltro già programmata grazie a un finanziamento con fondi del Pnrr mirato ad adeguare il dormitorio per le ingravescenti condizioni sociali che si prospettano. E, ripetiamolo, non solo stranieri. Anzi, già da oggi, sui 27 ospiti fissi di via Ariosto, 13 sono di nazionalità italiana (uno solo di essi con il doppio passaporto italo-marocchino).
Nel progetto generale di intervento sul dormitorio, tre saranno i nuovi servizi erogati: drop-in e luogo di partenza del progetto “Strade blu”, finanziato dalla Regione, con cui si presta assistenza con personale qualificato per reinserire le fasce più fragili; quindi, un’accoglienza notturna di 1° livello per 10 posti, e infine un’accoglienza diurna-notturna di 2° livello per 20 posti. Si aggiungano i progetti di riqualificazione di alloggi di proprietà comunale in via Paride Suzzara Verdi (struttura confiscata alle mafie) e in via Dario Tassoni, per destinarli ad alloggi comunitari per persone in condizione di povertà estrema e senza dimora.