In piazza Virgiliana i problemi di sempre: costi alti e poche persone

MANTOVA Nell’immensità di piazza Virgiliana e nascosti all’ombra dei tanti alberi, sono tornati a far capolino i banchi del tradizionale mercatino dell’antiquariato che Mantova ospita ogni terza domenica del mese. L’appuntamento che nel periodo invernale si tiene in piazza Sordello, d’estate viene invece spostato nella confortevole piazza Virgiliana senza però trovare il gradimento dei partecipanti. Un discorso che parte da lontano, questo dello spostamento di sede, ma che il periodo di lockdown non ha affatto affievolito.
“Non c’è gente – sbotta una commerciante veronese -, non riesco nemmeno a recuperare le spese”. Un discorso già sentito, ma che alla riapertura dopo qualche mese si fa ulteriormente sentire perchè di fatto ieri di gente in giro ce n’era davvero poca. Un flop verrebbe da dire, se non fosse che il primo caldo ha magari tenuto lontane parecchie persone, ma va anche detto che il ritorno del mercatino è stato pubblicizzato ai minimi termini. “Come sempre – commentano -, non siamo considerati e veniamo sballottati di qua e di là come fa più comodo a chi deve gestire il centro. Perché non siamo rimasti in piazza Sordello, dove almeno passano i turisti? Qui i turisti non ci arrivano e quei pochi che vediamo si sono persi. Siamo fuori da tutto”. Questo è un po’ il ritornello che circola attorno ai banchi di piazza Virgiliana ed è il tam tam che da qualche anno ritorna puntualmente quando il trasferimento di sede diventa d’obbligo.
Una signora modenese che vende anticaglie si dice molto delusa della sua prima volta in terra mantovana. “Non c’era mai stata, ma questa mia presenza in terra virgiliana sarà anche l’ultima. Il mio giro d’affari dopo 8 ore di piazza è stato di 12 euro. Soldi che non mi coprono nemmeno il costo della postazione che è di 45 euro. Non ne faccio certamente una questione di soldi, ma quello che mi ha sconcertato è l’assenza di persone. Qualcosina si è visto a metà mattina, ma il pomeriggio è un vero e proprio deserto”. Sui banchi, i vari commercianti chiacchierano amabilmente più per ingannare il tempo che per concludere qualcosa di sostanzioso e lo sguardo che gettano ogni tanto per controllare la propria mercanzia è più che altro un rituale. Non passa nessuno: i bambini giocano e corrono, le poche persone che passeggiano si accomodano sulle panchine per rinfrescarsi all’ombra, per il resto l’unico rumore che si sente è quello di chi fa le classiche “pattine” e torna a casa con le pive nel sacco. Marito e moglie dietro al proprio banco parlano con alcuni famigliari spiegando la tristezza della giornata condita dal miracolo della vendita di una statuina. Amarezza e sconforto tra i commercianti, curiosità e poca voglia di spendere da parte di quei pochi passanti che mostrano interesse per questo o quell’oggetto. “Non c’è voglia di spendere soldi per cose futili – spiegano -. O qualcuno viene folgorato da un oggetto, altrimenti il capriccio ad oggi non se lo toglie più nessuno”.
I mantovani, quei pochi che hanno voluto tornare ad esporre al mercatino dell’antiquariato, lamentano una costante mancanza di comunicazione: “Nessuno sapeva che oggi saremmo ripartiti. Sono anni che non c’è un’adeguata informazione sul nostro appuntamento, che fino a prova contraria è uno dei più antichi del circondario. Si parla tanto di eccellenze della città, si parla di dare slancio a prodotti del territorio, ma noi siamo sempre considerati come l’ultima ruota del carro. Cosa servirebbe? Niente di più di una efficace comunicazione e magari di qualche opportuna indicazione per far confluire il passeggio del centro anche in piazza Virgiliana. Altrimenti è davvero dura per tutti”.