Si ritrovano dopo 50 anni grazie al mister che li allenava nel ’71

VILLIMPENTA – Per più di 50 anni non hanno saputo niente l’uno dell’altro. E mai avrebbero pensato di potersi rivedere dopo così tanto tempo. È una storia da Libro Cuore quella che nei giorni scorsi ha visto protagonisti due vecchi amici, per qualche ora tornati ad immergersi nell’atmosfera degli anni belli della gioventù. Era l’estate del 1971 e  Rocco Cacioppo , nostromo di Villimpenta originario di Trieste, all’epoca risiedeva a Milano. A quel periodo ha di recente dedicato un capitolo del suo libro “Gente di mare” (il nostro giornale se n’era occupato qualche mese fa), corredato da foto dove si vede un Cacioppo ventenne in posa in mezzo a dei ragazzini nelle classiche foto di squadra. L’estate è quella successiva al mondiale messicano e nei quartieri dell’hinterland milanese, come del resto in tutte le città, bambini e adolescenti non aspettavano altro che il sole calasse d’intensità per poter uscire a giocare a pallone e imitare i vari Riva, Rivera e Mazzola. Non facevano eccezione i ragazzini del “Serenella” di Garbagnate Milanese, che si ritrovavano negli spazi verdi ai piedi delle palazzine in cui abitavano o nel vicino parco delle Groane. Di quel gruppetto messo in piedi in due e due quattro, ribattezzato il Liverpool di Garbagnate (un omaggio ai Beatles nell’anno post-rottura), Cacioppo era l’allenatore. Favorire la cultura sportiva e sostenere il motto per cui “il gioco è divertimento” e, soprattutto, diffondere l’idea che lo sport fosse il mezzo più immediato per imparare a districarsi nella vita era l’intento del mister col cappello da marinaio, che ogni pomeriggio raggiungeva Garbagnate in sella alla sua bicicletta. «A quei giovani – racconta – l’unica cosa che cercavo di trasmettere era lo spirito di gruppo e il rispetto». Lasciato il milanese, Cacioppo comincia ad imbarcarsi definitivamente sulle navi mercantili e a circumnavigare mari e oceani. Per cinquant’anni non sa quasi più nulla di amici e di quei ragazzini per i quali più che un coach era stato una sorta di fratello maggiore. Ma oggi che è in pensione, sa che per chiudere il cerchio, dopo anni di straordinarie esperienze vissute in giro per il mondo, manca ancora un tassello: tornare in quel quartiere a cui era rimasto affezionato. Perché in fin dei conti siamo i luoghi che abbiamo attraversato. E così una mattina sale sul treno e raggiunge Garbagnate col suo inseparabile zainetto. Dentro tiene alcune copie del suo libro e della Voce di Mantova del 20 giugno scorso, giorno della sua intervista. Finalmente arriva al quartiere Serenella e il primo impatto è subito un condensato di emozioni, anche se molte cose sono cambiate. A cominciare dal colore di quelle palazzine intrise di ricordi indimenticabili, dove l’inveterato celeste ha lasciato spazio ad un rossastro non ben definito. Ma il tempo è oro, specie se la mission impossible è trovare persone di cui non hai più notizie da mezzo secolo. Cacioppo estrae dallo zaino un paio di foto del vecchio Liverpool di Garbagnate. Ma i primi individui in cui s’imbatte mostrano una certa indifferenza. Non si perde d’animo, e tenta con altri signori impegnati a commentare davanti al bar la vittoria degli azzurri agli Europei, perché alla fine sempre di calcio si finisce a parlare. Qualcuno azzarda: «Alcuni me li ricordo, ma credo non abitino più qui». Fino quando non gli si avvicina un signore: «Scusami, ma sei mister Ciopy?». Mentre annuisce, gli occhi di Cacioppo brillano perché capisce all’istante che quell’uomo altri non è che  Michele d’Idra , uno dei suoi “allievi”. Spazio quindi a un dialogo fatto di ricordi, vecchie amicizie e soprattutto un primo accenno di come hanno trascorso le rispettive vite, con promessa di “recuperare” anche l’amico fraterno  Orazio Scibilia  e gli altri componenti di quella squadra, molti divenuti nonni e alle prese con i compiti dei loro nipotini ai quali potranno raccontare di quei pomeriggi leggeri e allegri scanditi dai calci ad un pallone. Una di quelle storie che Fanno bene al cuore.

Matteo Vincenzi