MANTOVA – Un trionfo per chi ci ha speso e investito in termini amministrativi, e un immancabile oggetto per altri utile invece a chiedere qualcosa di diverso, ma alla legge dei numeri non si può obiettare alcunché, se non che la risposta dei cittadini al nuovo parco Te inaugurato l’altra sera è parsa entusiastica. Non solo i 4mila del vernissage, ma anche le migliaia di persone che hanno animato l’area in tutta la giornata di ieri, partendo dal primo mattino, dimostrano che il parco piace, e altrettanto le “isole” tematiche differenziate per età e attitudini.
Si sono visti gli scacchisti, i giocatori di bocce, di basket, i bimbi su altalene e scivoli, gli habitué del fitness, gli accaldati sulle fontane a raso, e poi i cani a guinzaglio, gli anziani sulle panchine, e tutta insomma una variegata gamma di umanità ben lieta di recepire questa ardita impresa da 5,7 milioni di euro finanziata dal bando ministeriale finalizzato al recupero di aree verdi nei centri urbani.
Ha inaugurato la serie delle “recensioni” positive il sindaco Mattia Palazzi con un post pubblico sui social. Un messaggio volto ai mantovani critici sul futuro mantenimento di quanto realizzato, ma anche a tutti gli altri, affinché questo patrimonio comune sia rispettato e mantenuto. «In tanti mi state chiedendo di fare sempre attenzione alla cura del parco Te. Vi ringrazio perché è un sentimento positivo. Lo faccio e lo faremo: dalla sorveglianza alla pulizia è tutto già attivo e in corso. Ma dobbiamo farlo tutti. Prendiamocene cura insieme: il senso civico dipende da ciascuno. Poi c’è chi da mesi, quasi con piacere e ancora prima di vedere, mi dice che tanto poi sarà rovinato. Evidentemente preferiscono che non si faccia mai niente di nuovo e di bello. Perché non potrà mai esserci un vigile ogni metro quadrato di città».
Insomma, per il primo cittadino è un “inno alla gioia” schilleriano: «Un’opera che cambia la città. Sembra davvero di essere in una grande capitale europea. Che gioia! Vince la città, pèrdono ancora una volta rancorosi e polemisti vari del “no” a tutto».
Commenti, questi, corroborati da quelli di altri componenti dell’esecutivo comunale, primo fra tutti quello del vicesindaco Giovanni Buvoli ritratto sulla panca degli addominali. Ma parole encomiastiche non sono mancate nemmeno da esponenti della minoranza, fra cui il capogruppo di forza Italia Pier Luigi Baschieri: «Il giardino è piaciuto. Ora non rimane al sindaco che spostare lo stadio».
Per i più critici rimane invece il tasto dolente del costo di manutenzione, il solito “conto senza l’oste”. Ma per almeno due anni, dicono in via Roma, le spese saranno a carico di chi ha realizzato l’opera. Se ne riparlerà col nuovo sindaco.