MANTOVA – Con la riapertura dei musei è finalmente possibile ammirare anche la mostra La città nascosta. Archeologia urbana a Mantova, presso il Museo Archeologico Nazionale di Mantova. L’esposizione, inaugurata ieri, pone in evidenza i reperti emersi in particolare in due scavi, come illustrato dal direttore di Palazzo Ducale Stefano L’Occaso e dal Soprintendente Gabriele Barucca. Le zone prese in esame sono quelle di Gradaro e Fiera Catena, nell’ambito dei lavori di riqualificazione di Mantova Hub avviati dal Comune e quella di via Rubens, Casa dei Canonici di Santa Barbara, seguiti dalla diocesi.
Nell’ambito di spazi tutto sommato limitati, hanno illustrato i curatori Mari Hirose e Leonardo Lamanna, si sono trovati reperti che spaziano in una fascia temporale vastissima. Le complesse stratificazioni dimostrano che ogni giorno camminiamo a pochi centimetri dalla nostra storia. Gli scavi di Fiera Catena hanno permesso di riportare le vicende del territorio indietro di 600 anni, fino all’età del Bronzo. In quest’area è emerso un vero e proprio villaggio, con le fondazioni e le pareti interne di alcune capanne e l’eccezionale ritrovamento di grandi vasi di ceramica, che fungevano da dispense, risalenti all’età del Bronzo Finale. Intorno al 1400 la zona viene inglobata nella città e abitata da molte famiglie. Il quartiere prospera fino al 1630, terribile anno della peste e del sacco dei lanzichenecchi. Nell’area in questione si palesa anche la presenza di taverne e osterie, le cui tracce sono dimostrate dal ritrovamento di dadi da gioco e pipe “di tipo turco”.
La zona di via Rubens e Santa Barbara era quasi interamente circondata dall’acqua, fino ai lavori di terrazzamento di epoca romana. Qui, oltre a oggetti per la tessitura e una fornace per la ceramica, si è rivelata una domus romana, con mosaico decorato a tralcio di vite, manufatto ad altro livello di esecuzione. Tra i ritrovamenti, anche quello di una strada romana in piazza Santa Barbara. Sempre in via Rubens sono venuti alla luce i preziosi materiali di una sepoltura longobarda: si tratta di un bambino, il cui corredo funerario comprende pezzi in oro massiccio e un coltello, insieme con diversi campioni di tessuti. Ma ci sono pure altri cantieri che hanno rivelato tracce della storia, durante lo svolgimento di opere pubbliche: quello di piazzale Mondadori, dove a breve aprirà Esselunga, ha comportato lo spostamento di due tratti di mura di età gonzaghesca, che verranno conservati in un adiacente parco archeologico. In piazza Sordello, nel 2018, i lavori per il teleriscaldamento hanno svelato delle sepolture, mentre in via Accademia mosaici romani sono apparsi sotto il pavimento della cantina di un pubblico esercizio.
L’esposizione, che nasce dalla collaborazione tra Palazzo Ducale, Museo Archeologico e e Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio delle Province di Cremona, Lodi e Mantova, è visitabile su prenotazione. Informazioni al sito www.mantovaducale.beniculturali.it.