L’estate dei prezzi pazzi e delle sorprese nei conti

MANTOVA Eccole le aree di servizio, ecco i banconi dove cerchi un po’ di sollievo da viaggio tra un panino, un cornetto e un cappuccino. Il sollievo si arresta un po’ quando senti i prezzi: cornetto e cappuccino quasi cinque euro, se ci aggiungi succo e spremuta ovviamente c’è l’offerta ma raggiungi le vecchie 15 mila lire, quando in un ristorante blasonato dell’area di servizio ci pranzavi o ci cenavi. Caro prezzi un po’ ovunque, anche in viaggio e non solo alla pompa di carburante. Caramelle vendute al prezzo di perle, cioccolatini buoni ma salati come quando scatta il proibizionismo. Se trovi una scatolina a tre euro pensi che ci sia qualcosa sotto. Ah, che mondo direbbe mia nonna. Un mondo bello caro, cara nonna. Quando tu compravi un’anguria a 100 lire e tornavi a casa bella orgogliosa del tuo colpo dal “frutarol”.  Eh nonna qui e ora con cento lire non ti fanno nemmeno annusare la buccia. Sono di questi giorni le notizie di conti esosi al bar e al ristorante: si parla di sovrapprezzi tagliare un toast e di una pizza a 40 euro. Notizie sui siti e sui giornali. Non ho visto in diretta le ricevute ma certi eccessi sono possibili e verosimili. Come i gelati che i gelatai veneziani si dice vendano a prezzo doppio ai turisti che non si accorgono del rapporto pallina di gelato prezzo in euro e si arriva a pagare anche dieci euro per un cono in certe zone. Si dice e si racconta. Tra i tanti “si dice”  ho visto una cosa in diretta, scritta in un listino: servizio acqua in caraffa 2 euro. Ripeto: servizio acqua in caraffa 2 euro. Ovvero: vuoi l’acqua magari buona delle nostre parti in caraffa, sui 75 cl, ebbene paghi 2 euro il servizio della caraffa portata a tavola. Come una bottiglia di acqua minerale, quasi, Anzi come una confezione di 6 bottiglie di acqua minerale al supermercato.  Come un quartino di vino rosso in osteria. E’ la vita moderna bellezza! Una volta Ernesto Calindri l’indimenticabile attore che sorseggiava un amaro seduto a un tavolino nel mezzo di un incrocio ci diceva tra vigili e fanali che contro il logorio della vita moderna era il caso di farsi un bicchierino di quell’amaro, adesso per combattere il logorio ci vorrebbe ben altro. Logorio dei prezzi dei carburanti, logorio del costo dei mutui, logorio al prezzo dei piatti al ristorante, logorio per il prezzo di un drink. Bassi e fissi, campagna di una nota Cooperativa di grande distribuzione, dovrebbe diventare una regola per certi prodotti. Poi se uno vuole caviale e champagne paga quel che deve ma un panino col prosciutto non può costare venti mila lire.

“Aumenta tutto” dice la zia Mara. E zia Mara di spese ne ha fatte in tanti decenni. E in giro dicono che l’autunno porterà altri aumenti. Bella prospettiva. Estate calda in tanti sensi e autunno bollente per i portafogli. “Naamo bène”, dicono a Roma. Ricordi da ultimi listini visti, come si dice, personalmente: una tartare di carne bovina a 32 euro, e vabbè!, spaghetti alle vongole 18 euro, e un po’ meno vabbè, cotoletta alla milanese con patatine 22 euro, una pizza capricciosa a 15 euro, evidentemente molto capricciosa. Un litro di rosso sfuso della casa 16 euro, mezzo litro dieci euro, così impari. La confezione di bottigliette di analcoolico più o meno colorato va dai 4 euro in un negozio ai 7 e 80 in un altro, fino ai 12 di un’altra vetrina. Ci sarà anche qui un algoritmo?! Formaggi a spicchi e a tranci che costano come piccoli diamanti, schiacciatine e grissini che sembrano prodotti da oreficeria. Più che generi alimentari siamo alle prese con investimenti finanziari. Dieci grissini all’olio per carità belli tosti 3 euro e 75, quasi sette mila lire. Se penso che nonno Guido vendeva i suoi grissini da forno a 150 lire al chilo viene un po’ di magone. Come quando ricordo quella pizzetta rotonda da forno con pomodoro formaggio e acciughina a 60 lire.   Eh, ma sono tempi passati, dicono. E le notizie che vengono dai posti di villeggiatura non sono confortanti. Enrico racconta: Troviamo un bagno con un ombrellone libero. Miracolo! Si ma è un ombrellone vicino al Bagno e il mare si vede in lontananza in mezzo a una selva di ombrelli, lettini e persone che sembrano accavallarsi. Non ci sono confini, sembrano tutti una famiglia ed invece c’è chi viene da Codogno e chi viene da Sermide, veniamo qui da anni ma non abbiamo mai pagato, dicono, 20 euro per un lettino al giorno. E’ l’estate dei rincari, è l’estate dei prezzi alti e folli. Troviamo un Bagno a 15 euro a lettino al giorno, evviva. Siamo quasi contenti, ci sentiamo miracolati. Vicini alle docce, a vista mare. Dovremo solo scavalcare 15 file di famiglie ma a cavallo di Ferragosto ci sta.

Abbiamo fame cerchiamo un ristorante per mangiare un po’ di pesce.  Nei bagni ci sono prezzi da petrolieri, un antipasto da venti euro e primi che non stanno sotto i 15. Il primo giorno ci concediamo la follia, un piatto e un po’ da bere 30 euro a testa.

Torniamo a prendere un po’ di sole e pensiamo alla cena. Bagno in mare, l’acqua non è male, tanta gente, voglia di fresco e di relax.  Doccia in albergo e poi la ricerca di un ristorante per la cena: troviamo un posto con prezzi umani. Un antipasto a 15 euro e un primo a 12. Non c’è Riviera se non c’è Discoteca. Enrico e gli amici decidono: Andiamo alla Villa, la mitica e storica Villa delle Rose, decantata da scrittori e dj. Drink dai 15 ai 25 euro. Anche un bicchiere di birra costa come un cocktail. Scopriamo che tanti allargano gli occhi, ma per una volta si fa. Le ore calde caldissime della Riviera comportano anche questo. Se faccio un rapido calcolo tra taxi, ingresso drink qui si spende 100 euro in quattro e quattr’otto, come diceva mio nonno. Andiamo a letto. Il giorno dopo solita ricerca di un Bagno con un posto. Nella zona Nord è tutto strapieno, a piedi sotto il sole con i cappellini andiamo verso Misano e lì si trova qualcosa ci hanno detto. Dai che fortuna troviamo un ombrellone e qualche lettino a 15 euro più dieci per lettino. Ci sentiamo fortunati. Alle 13 andiamo di piadina semplice e una bibita, altri 15 euro, risparmiamo per la sera. Nonostante i prezzi salati c’è gente ovunque. Alla sera troviamo un locale che ricordavo dalle vacanze degli anni passati e, miracolo nel miracolo, un piatto di gratinati abbondanti e molto buoni, a 15 euro, ogni tanto capita di essere fortunati.  Ci sono famiglie che si avvicinano ai menu della strada e se ne vanno. Ovvio, se sono quattro o cinque solo per antipasti o un piatto si va verso i 100 euro. Bagni, sole, creme e partite a beach volley e poi altra sera altra cena e disco. “No stasera niente disco”, dice il gruppo. “Costa troppo”.