Chiesa e cultura piangono monsignor Roberto Brunelli

MANTOVA -Dieci anni di battaglia contro il male, ma dieci anni di voglia di sopravvivenza per rendere riscatto a una inarrestabile ansia di vittoria dei valori fondanti della civiltà mantovana, della cultura e della conservazione del patrimonio ereditato dai secoli, sopra tutti i disvalori di una contemporaneità che spesso vive dell’effimero. Di questa sintesi si può fare proclama l’eredità di monsignor Roberto Brunelli lasciata alla sua amata posterità.
Ieri non solo la Diocesi di Mantova ha sofferto la sua perdita ma tutto il mondo culturale, mantovano e non, annunciandone la non inattesa scomparsa e le esequie che si terranno giovedì alle 15 nella basilica del Duomo, celebrate dallo stesso vescovo Marco Busca. Già da oggi la salma di monsignor Brunelli sarà esposta nel battistero della cattedrale di piazza Sordello per il saluto e la preghiera dei fedeli.
Schivo, e quasi nel dispregio di ogni forma di protagonismo, monsignor Brunelli da decenni ha rappresentato un punto di riferimento della cultura virgiliana, prendendo parte a numerose iniziative che avrebbero portato tasselli di conoscenza alla storia e alle arti virgiliano. L’ultimo e più ambizioso traguardo da lui conseguito è stata la direzione del Museo Diocesano, che sotto la sua guida ha aperto la strada a un rinnovamento degli schemi e delle coordinate intellettuali della città dei Gonzaga, traguardando la storia passata per traghettarla verso orizzonti futuri.
Canonico della Cattedrale e socio ordinario dell’Accademia nazionale Virgiliana, monsignor Brunelli (ma lui stesso si presentava sempre con la più umile apposizione di “don”) ha concorso con numerosi contributi filologici e storici a ricostruire la vita della cristianità in terra lombarda. In particolare, lo affascinava il percorso cristico della filosofia e dellateologia nelle aree padane, di cui Mantova, sin dal medioevo è stata baricentro.
Un impegno intellettuale, il suo, che non lo distolse dal mantenere fede a una altrettanto impegnativa missione presbiteriale, come quella che si assunse presso la “Casa dello studente” già nel 2013, e per la conservazione del beni culturali ecclesiastici a partire dal 2018, pur fra impegni letterari, storici e documentari che arrivano sino agli studi linguistici editi recentemente.