MANTOVA Assolti in base all’articolo 131 bis del codice, ovvero la particolare tenuità del fatto. Questa la sentenza emessa ieri dal giudice Sara Telò nei confronti di tre giovani incensurati finiti a processo per avere attaccato dei manifesti sui quali era ritratta l’ex presidente della Camera Laura Boldrini. I tre imputati, di 32, 26 e 25 anni, erano stati sorpresi dai carabinieri la notte del 28 novembre 2019 mentre affiggevano un quindicina di manifesti sui pilastri della tangenziale Nord. Sui manifesti oltre al volto dell’ex terza carica dello Stato, si poteva leggere la frase “Pensa come vuoi ma pensa come noi”. Sotto questa scritta, con caratteri più piccoli una frase virgolettata in quanto citazione della stessa Boldrini: “ Gli immigrati ci offrono uno stile di vita che presto sarà molto diffuso tra tutti noi”. La firma del manifesto era un occhio all’interno di un cerchio e la scritta Ministero della verità. I tre giovani, tutti mantovani e incensurati, erano finiti a giudizio non tanto per le frasi sulla Boldrini, peraltro assolutamente non offensive nei confronti dell’ex presidente della Camera, ma per deturpamento e imbrattamento di cose altrui. Nel corso della precedente udienza il difensore dei tre imputati, avvocato Cataldo Giosué, aveva chiesto che venisse tenuto conto della particolare tenuità del fatto e nella sua arringa ha poi aggiunto che si trattava di un processo di fatto inutile. Sulla stessa lunghezzo d’onda si era poi ritrovata anche la pubblica accusa che ieri ha chiesto a sua volta l’assoluzione per i tre imputati. Richiesta che è stata accolta dal giudice.