MANTOVA Undici richieste di rinvio a giudizio circa le ipotesi di reato di inquinamento ambientale e omessa bonifica, oltre al novero di ulteriori contravvenzioni in materia ambientale. Questo quanto avanzato ieri, al termine del proprio articolato intervento in sede di udienza preliminare, dal procuratore capo di Mantova Manuela Fasolato nei confronti di dieci manager del gruppo Mol, oltre alla stessa società petrolifera ungherese, finiti suo tempo nel registro degli indagati per quanto concerne il secondo filone processuale relativo alla contaminazione da agenti inquinanti del polo chimico di Mantova, inserito nel sito d’interesse nazionale (Sin) e specificatamente, in siffatto caso di specie – dopo i recenti rinvii a giudizio di Edison Versalis e Syndial – riconducibile alle aree afferenti l’ex raffineria Ies.
In particolare, innanzi al gup Antonio Serra Cassano la pubblica accusa – rappresentata altresì dal sostituto procuratore Silvia Bertuzzi – ha sostenuto, nelle 70 pagine della dettagliata memoria prodotta, la penale responsabilità per tutti i capi d’accusa a carico della totalità gli imputati. Responsabilità, secondo tale tesi, non attinente una contaminazione cosiddetta storica ma ai ritardi circa l’avvio dell’iter di bonifica delle varie aree. Inoltre, a parziale riformulazione dell’originale capo d’imputazione addotto al decreto di citazione a giudizio, è stata altresì chiesta, per quanto attiene il solo capitolo delle contravvenzioni, il riconoscimento del cosiddetto reato in permanenza, fattispecie questa relativa al protrarsi nel tempo di una determinata condizione o evento per effetto di una condotta omissiva persistente e volontaria del soggetto agente. Di diverso avviso invece il collegio difensivo di Mol Group Italy, che tramite il pool di avvocati dello studio milanese Macchi di Cellere Gangemi, ha di fatto ribattuto alle contestazioni dei magistrati inquirenti, precipuamente adducendo obiezioni in merito alla presunta condotta omissiva tenuta nel tempo dalla società e dai propri legali rappresentanti a fronte altresì di un «proficuo e costante dialogo tra la stessa raffineria e gli enti pubblici territoriali. Enti pubblici, vale a dire Comune e Provincia di Mantova a giudizio come parti civili, che sempre nella seduta di ieri si sono visti avallare dal giudice la loro precedente richiesta di citazione a giudizio della stessa compagnia petrolifera quale responsabile civile per i danni provocati . La discussione da parte dei difensori degli altri imputati proseguirà quindi il prossimo 16 dicembre.