Riapertura, penalizzati duecento locali al chiuso

MANTOVA – Quasi un locale su due non potrà lavorare alla luce delle direttive emanate dal governo nel fine settimana. Grosso modo è questo il saldo degli esercenti cittadini chiamati alla riapertura lunedì prossimo, ma che si vedono al momento tagliati fuori da questa ripartenza per la mancanza oggettiva di spazi. Nel capoluogo sono circa 200 gli esercizi che non hanno la possibilità di spazi all’aperto e quindi costretti ad aspettare il primo giugno prima di poter tornare a servire i clienti. Questo quanto detto dal premier Draghi nel suo recente discorso inerente la ripresa delle attività, ma da quanto filtra, già oggi potrebbero esserci delle novità proprio riguardi quegli esercizi commerciali che non hanno l’opportunità di fare servizio in esterno.
Tra le tante ipotesi sul tavolo, quella di una eccezione a fronte di misure igieniche particolarmente restrittive per poter contenere la clientela all’interno, oppure avere dei benefici economici ancora da valutare.
Ma sono ancora tanti gli interrogativi che in settimana dovranno avere una risposta chiara in modo tale da poter consentire a tutti di ripartire adeguatamente. Mantova, già un anno fa, si era portata avanti dando la possibilità agli esercizi che ancora non avevano un plateatico di poterlo richiedere e chi invece già ce l’aveva di poterlo ampliare. Un’apertura che decine di bar e ristoranti hanno sfruttato e che potranno sicuramente sfruttare ancora, ma questo è un altro discorso. Resta, insomma, la sensazione che quanto messo sul tavolo da Draghi sia al momento un tantino discriminante considerando inoltre il fatto che qualcuno possa essere favorito rispetto ad un altro in virtù di spazi decisamente più accattivanti. “Aspettiamo che le linee guida vengano assestate – spiegano i commercianti – dopo di che tireremo le somme. Possiamo accettare ancora un via libera transitorio, ma dopo qualche giorno devono esserci regole uguali per tutti”.