MANTOVA Distanziamenti d’obbligo e molte mascherine, ma la risposta all’appello dell’Arcigay “La Salamandra” è stato recepito da numerose associazioni, e persino dalle istituzioni e dai sindacati Cgil e Uil: un secco no all’omofobia, contro la quale i partecipanti al flash mob di ieri in piazza Sordello auspicano una rapida approvazione della legge Zanna-scalfarotto; legge che taluni definiscono liberticida, ma che per il popolo Lgbt significa un fermo deterrente contro ogni forma di discriminazione; nella fattispecie, quella di natura sessuale.
«Paura e rabbia» è quella che manifesta il presidente dell’Arcigay Diego Zampolli a detta del quale a tutt’oggi c’è chi considera una particolare scelta di carattere sessuale come una “malattia”, a dispetto dei decretati dell’Organizzazione mondiale della sanità. A suo dire, visti certi episodi legati alla cronaca virgiliana, «siamo in una situazione di vera emergenza».
Concetto, questo, ribadito da Alessio Madella, giovane ostigliese destinatario di manifeste discriminazioni sui social network. Anche per lui è scattato «un campanello d’allarme» che deve risuonare nelle coscienze: «Questi episodi – ha precisato – sono sempre più frequenti. Sono contento di avere trovato la forza per prendere una posizione, e con l’Alessio di oggi voglio riscattare anche l’Alessio di ieri: quello che aveva paura di essere libero e di amare». Parole accolte dal vasto popolo Lgbt.
La parola, infine, prima di passare ai vari rappresentanti delle associazioni aderenti al flash mob, è andata al sindaco Mattia Palazzi, che si è proclamato orgoglioso di avere dato avvio all’Arcigay mantovano e di avere organizzato nel suo mandato amministrativo il primo “Pride” nel 2016. «Siamo qui perché amiamo la libertà – ha dichiarato al microfono –: la libertà altrui. Non possiamo accettare che nella nostra città ragazzi e ragazze debbano avere paura». Sulla pagina internet dell’Arcigay “La Salamandra” è possibile sottoscrivere la petizione contro ogni forma di omofobia.