Drigo: “Noi Negrita, da 25 anni con il gene dell’esploratore”

I Negrita:
I Negrita: "Drigo" Salvi, "Pau" Bruni e "Mac" Petricich

Mantova Uno degli show più attesi del 2020 a Mantova sarà quello che vedrà i Negrita portare lo spettacolo “La Teatrale” al Sociale, il prossimo 21 gennaio. Ed è proprio questo il punto di partenza della chiacchierata fatta con il chitarrista e fondatore della band Enrico Salvi, in arte Drigo.
 In attesa di vedervi a Mantova, possiamo dire che “I ragazzi stanno bene”?
«Assolutamente sì. Partiremo con tre date ad Arezzo: è casa nostra, i biglietti sono volati via. Siamo felici perchè la formula vincente di questo concerto è il suo essere pieno di sfumature. Continuiamo a sperimentare, ancora oggi, dopo venticinque anni».
Come vi trovate nella versione teatrale?
«La nostra indole è quella di essere dei viaggiatori, abbiamo il gene dell’esploratore; cerchiamo tappe, non mete. I teatri, che artisticamente sono un immenso punto d’arrivo, ti permettono anche di esplorare le città, conoscere posti e persone. Cosa ben più difficile coi palasport».
L’occasione sarà anche quella per festeggiare i vent’anni di “Reset”: che ricordi hai di quell’album?
«Un album nato negli ultimi minuti del Ventesimo Secolo. Percepivamo molto il passaggio nel nuovo millennio, sentivamo l’esigenza di proiettarci verso il futuro: “Reset” fu la risposta a quei bisogni».
C’è una canzone di quell’album che è attuale ancora oggi?
«Direi Mama Maè ed In ogni atomo».
E “Provo a difendermi” no?
«Hai citato un pezzo straordinario, dove ho avuto la possibilità di fare un assolo da paura. Un pezzo esistenzialista, dove si accoppiano note lunghe e strazianti. Hai ragione, anche quello è attualissimo».
Ultimamente vi si vede spesso a Mantova: sentite un legame particolare?
«Quando siamo partiti, un gruppo di ragazzi della vostra città iniziò a frequentare i nostri concerti, dando poi vita al primo fan club “Angelo Ribelle” e alla fanzine cartacea. Poi, abbiamo fatto più di un raduno nel mantovano, fino agli ultimi show, il Capodanno 2018 e al Radio Bruno Estate».
Che buoni propositi avete per il 2020? Magari un album di inediti?
«Intanto facciamo questo tour poi vedremo quello che inizierà a bollire in pentola».