MANTOVA – E’ sempre lui, Renatino, sul palcoscenico del PalaUnical dove ieri sera ha portato il suo “Autoritratto” per la prima delle due date in terra mantovana. Si definisce di casa in riva al Mincio ed in effetti non c’è tour in cui la nostra città non venga toccata dagli spettacoli di Renato Zero. E poi, ha ammesso, gli piace girare per le strade e le piazze di Mantova, perché è piccola ed ancora a misura d’uomo.
Sul palco, dicevamo, Renato Zero (un po’ costipato) è accompagnato da un’orchestra che recita un ruolo da attore non protagonista, perché la scena se la prende sempre lui con il suo educato modo di divorare il proscenio e la sua musica senza età. E il PalaUnical non ha esitato un attimo a trasformarsi in un catino di applausi sin dalla prima canzone. Un viaggio attraverso vecchi successi e nuovi brani cui è stata dedicata buona parte della prima metà del concerto, mentre i suoi cavalli di battaglia sono stati confinati, per così dire sia chiaro, alla fine raccolti in un medley che i pubblico mantovano ha vissuto tutto d’un fiato, in piedi a cantare e a battere le mani.
Apoteosi poi quando Renato è sceso dal palco concedendosi una passeggiata tra il pubblico: una festa incredibile e un regalo inestimabile per i sorcini cui non pareva vero poter addirittura toccare il loro idolo. “Il medico mi ha detto che devo fare delle passeggiate” ha raccontato ridendosela. E poi “Tutti seduti, fine della ricreazione”. E allora Renato ricomincia non prima di aver toccato argomenti di stretta attualità come i femminicidi e la voglia di scendere in piazza per la mancanza di umanità. Si ferma, Renato, dopo 15 canzoni per tirare un po’ il fiato (ci mancherebbe) per poi ripartire per attri 15 brani per oltre due ore di spettacolo di rara intensità.
Oggi Renato Zero concederà il bis e si tratta di un appuntamento da non perdere per chi non ha potuto esserci o per coloro i quali sono ancora incerto.