MANTOVA Il terzo appuntamento con la rassegna di musica contemporanea “Mantova Musica del XXI Secolo” ha offerto un interessante sguardo su opere di giovani compositori italiani che hanno in comune esperienze maturate all’estero. Una forma di emigrazione, la loro, che chiama in causa la scarsa attenzione e le limitate opportunità riservate in Italia alle nuove forme di espressione musicale. Condizioni ben diverse rispetto a quanto accade in altri paesi europei, come hanno precisato gli autori dei brani in programma, tramite brevi video registrati. “Icarus vs Muzak: cervelli in fuga” è il titolo del concerto di venerdì sera all’Auditorium “Monteverdi” del Conservatorio “Lucio Campiani”: un evocativo richiamo ai talenti “in fuga” e alla necessità di ritornare alla musica d’ascolto, in contrapposizione alla cosiddetta “Muzak”, quella da consumare senza attenzione, come nei ristoranti, in ascensore, al supermercato. Interpreti del progetto, nato nel 2014 con esordio a Madrid e successive ripetute rappresentazioni in ambito internazionale, sono stati i sei componenti dell’Ensemble Icarus che hanno proposto un’avvincente e variegata rappresentazione della creatività di sei autori. Due i brani per chitarra che sono stati eseguiti da Giorgio Genta: forme diametralmente opposte, dalla ricerca sullo strumento classico di suoni non convenzionali delle Geometrie nelle mani di Maurizio Azzan (1987) al graffiante alone hard rock di Three Electric Creatures di Andrea Agostini (1975) per chitarra elettrica. Ampie risonanze, una gamma di timbri suggestivi hanno caratterizzato il brano 3 nudi di Marco Momi per pianoforte preparato, affidato all’interpretazione di Elisa Cappellini che ha anche proposto, con sensibile espressività, le oniriche atmosfere di Sortie-Mentre gelido di Daniele Ghisi (1984). Al quartetto di percussioni – Marco Lazzaretti, Martino Mora, Francesco Pedrazzini e Matteo Rovatti – il programma ha riservato la vivace combinazione di ritmi e varietà sonore della composizione di Andrea Sarto (1979), The Golden Record e il conclusivo Ossa Acida di Francesco Filidei (1973), originale performance basata sull’emulazione del gesto pianistico sulla superficie di un tavolo. Meritati gli applausi del pubblico dell’Auditorium per i protagonisti del concerto che ha offerto un significativo esempio di composizioni dell’ultimo decennio, musica autenticamente del XXI secolo. Il prossimo appuntamento con la rassegna “Mantova Musica del XXI Secolo” è in programma mercoledì 6 ottobre (ore 21.00) a Palazzo Te, Sala dei Cavalli, con il violoncellista Francesco Dillon. (gmp)