Un cold case in salsa suzzarese a Piazzalunga

Presentato il libro di Renzo Gualtieri

PIAZZALUNGA

SUZZARA Un cold case in salsa mantovana: è questo l’aspetto più interessante del libro “La morte di Pietro, Breve storia d’amore e libertà” che Renzo Gualtieri ha presentato venerdì in un Piazzalunga stracolmo. La storia narra di fatti realmente accaduti nella famiglia dell’autore, ovvero lo strano caso della morte del prozio Pietro, giovane carrettiere che mal sopportava le angherie dei prepotenti che, a Suzzara come in tutta Italia, in quell’epoca avevano le camicie nere. Con questi era arrivato più volte allo scontro fisico, riuscendo ad avere sempre la meglio. Tranne un’ultima, tragica volta: i famigliari lo avevano trovato esanime per strada, a nulla era valsa la corsa in ospedale. Ufficialmente, la morte di Pietro Gualtieri era stata addossa caso: sarebbe infatti caduto dal carro per poi essere schiacciato da una ruota dello stesso. Una versione che la famiglia non ha mai accolto. E nemmeno l’autore: «Mi porto questa storia dentro dal 1944, quando ne sono venuto a conoscenza. Ho trovato il coraggio di pubblicarla solo adesso, dopo che qualche tempo fa ho trovato una concessione cimiteriale riguardante il mio prozio Pietro». Interessante anche l’aspetto giuridico della vicenda, analizzato dall’ex magistrato Giovanni Scaglioni che ne ha curato l’introduzione. Nel corso delle ricerche fatte prima della stesura del libro, Gualtieri ha scoperto delle scomode verità: «Ad un certo punto, ho avuto come l’impressione che ci fosse stata fretta nel voler seppellire, subito dopo la morte, il mio prozio. Dopo tante ricerche, ho trovato dei documenti che confermano le impressioni della mia famiglia: Pietro era stato ucciso». Un giallo realmente accaduto, un caso senza i nomi dei colpevoli, ma con la certezza che si trattò di un’omicidio. A fare da sfondo, il territorio suzzarese, chiamato a fare i conti con le angherie del fascismo e con i risultati delle stesse.
Federico Bonati