MANTOVA Senza peli sulla lingua, com’è sua abitudine. Dacia Maraini, nell’incontro che l’ha vista protagonista a Palazzo San Sebastiano, ne ha avute per tutti. “Mi piace la parola libertà” il titolo dell’appuntamento e non poteva essere altrimenti.
“La libertà non è mai a senso unico, si confronta con la libertà altrui. Occorrono delle regole e soprattutto che vengano applicate, altrimenti vincerà sempre il più prepotente che è il più forte o il più ricco. La libertà nasce quando si rispetta l’altro”, ha esordito la scrittrice toscana.
Il passaggio successivo ha riguardato il razzismo. “L’odio deriva dalla non conoscenza, dall’ignoranza dell’altro, della storia e della memoria. Con la scoperta del Dna si è compreso che non esistono le razze, sono un’invenzione dei popoli potenti. Il razzismo, rifiutato dalla scienza, è riapparso come sentimento. Con tutti i disastri che ha procurato credevo fosse morto, invece mi sbagliavo”, ha ammesso l’autrice.
Poi è stata la volta della questione femminile. “Il termine femminismo non va più bene. Le giovani hanno concezioni più radicali delle mie però storcono la bocca su questa parola, forse perché fa parte della storia. Il femminismo ha comunque creato un fondamento, quello della solidarietà, anche se nella realtà non viene molto praticato dalle donne”, ha detto Dacia Maraini.
La scrittrice non vede di buon occhio il concorso di Miss Italia. “È un’esibizione dei corpi femminili che non ha nulla a che fare con la bellezza. In Europa le televisioni pubbliche non propongono appuntamenti del genere”, ha dichiarato l’autrice.
La missione degli scrittori è chiara. “Non siamo dei politici e quindi non dobbiamo agire in senso politico. Noi abbiamo il compito di creare consapevolezza. Lo scrittore è un testimone del suo tempo, non agisce sui principi della verità o della giustizia ma sui piccoli dettagli della vita quotidiana attraverso le sue storie”, ha spiegato Dacia Maraini.
La chiusura è per il successo del Festival della Letteratura. “Manifestazioni come questa dimostrano che la gente è stanca di dialogare con uno schermo e ha bisogno di un contatto reale”, ha concluso l’autrice.