Chiara Carminati, le parole vivono sul furgone poetico

MANTOVA Il furgone poetico ha iniziato la propria corsa per le vie della città, vie che il festival negli anni scorsi ha raramente battuto, ma che in questa edizione forzatamente all’insegna delle novità, ha scelto di percorrere.
Così, il furgone poetico con a bordo  Chiara Carminati ha lasciato il quartier generale di piazza Bazzani davanti San Barnaba per poi toccare Largo Santo Spirito, via Tasso e Largo XXv Maggio. Zone lontane dal fulcro della manifestazione, zone che hanno dato vita ad appuntamenti di nicchia, per pochi appassionati che si sono divertiti a seguire le performance di Chiara Carminati, che ha recitato a bordo del furgone toccando argomenti sempre vicini alla poesia, soprattutto ai bambini.
Tre monologhi tutti simili tra loro, ma diversi nella sostanza e anche nella forma, poiché in via Tasso la scrittrice si è divertita e ha divertito a giocare con le parole, in particolare quelle del dialetto.
Chiara ha taccontato come si “può entrare nella casa della poesia passando dalla finestra, dopo esserne usciti sbattendo la porta”: da piccoli , tra rime e filastrocche, c’è “fame di parole”, il linguaggio è gioco e scoperta ma crescendo, dalla preadolescenza in poi, continuare a leggere diventa un’impresa sempre più ostica, il linguaggio usato nella quotidianità non è sufficiente per dire ciò che si vorrebbe e da un giorno all’altro, si passa al silenzio. La poesia è davvero una cosa noiosa, difficile, inafferrabile e distante dai ragazzi, come spesso emerge dalle loro risposte?
Chiara gioca, come detto, con le parole, “fomentando” la poesia attraverso una serie di proposte per far scattare la scintilla, nell’idea che “ la poesia sia il mezzo più potente per esplorare e fare proprie la risorse del linguaggio e che l’acquisizione di queste risorse sia fondamentale per la costruzione di una personalità creativa e l’espressione di un pensiero libero”.

Il percorso del camioncino accompagnato da una efficace filastrocca che ne annuncia l’arrivo, è partito dalla piazza dedicata al pittore Giuseppe Bazzani, sulla quale affaccia la chiesa di San Barnaba. Il successivo passaggio è stato dell’edificio sede dell’ex Distretto Militare e alle cui estremità si trovano il Palazzo San Sebastiano, sede dell’omonimo museo, e la chiesa dedicata al suddetto santo, nota come Famedio, costruita da Leon Battista Alberti per commissione del duca Ludovico Gonzaga, a partire dal 1460. Terza tappa è stata la strada pedonale di via Tasso, ai cui lati si trovano la scuola primaria “Ippolito Nievo”, l’Istituto Tecnico Economico Statale “Alberto Pitentino” e l’Istituto Tecnico Tecnologico “Carlo D’Arco”. Il percorso è terminato sulla piazzetta della quattrocentesca chiesa di Santo Spirito.