MANTOVA “Occorre cambiare il modo in cui stiamo facendo capitalismo”. È la tesi di Mariana Mazzucato, influente economista mondiale. Nata a Roma, all’età di cinque anni si è trasferita con la famiglia negli Stati Uniti e oggi pare in predicato di tornare nella Capitale per un incarico che potrebbe ricevere dal Governo appena insediato.
Secondo l’economista, sono tante le distorsioni in atto in questi anni a livello globale. Innanzi tutto, nell’economia moderna ci si concentra sul prezzo di un bene e non sul suo valore, invece di prendere in considerazione le questioni oggettive, come potrebbe essere il cambiamento tecnologico, si guarda alle scelte soggettive, alle preferenze. In questo modo diventa sempre più difficile direzionare l’economia. Nel Pil non è più presente valore ma solo prezzi. Ecco allora che avere cura degli anziani in casa, per esempio, non ha più valore per la società odierna.
Dagli anni Settanta in poi, inoltre, la finanza ha investito solo sé stessa con una minima percentuale di finanziamenti che è finita nell’economia reale.
Come se non bastasse, nelle concezioni economiche manca una definizione di valore pubblico. Esistono il bene pubblico e il valore sociale. Se si tenesse in considerazione il valore pubblico, Stato e cittadini potrebbero decidere insieme le strategie e le priorità, mentre gli investimenti pubblici non dovrebbero più essere considerati solo come spesa. È necessario creare valore in maniera collettiva e dare vita a investimenti pubblici in infrastrutture e tecnologie.
L’Italia? “Non si dovrebbe parlare di innovazione 4.0 ma di rinascimento 5.0 e portare la cittadinanza verso il digitale”, ha spiegato Mariana Mazzucato.
Quando a mancare sono il senso pubblico e un dibattito sul valore pubblico, lo Stato può solo diventare burocratico e inerziale. “Non credo in un’economia che non cresce, piuttosto va ridefinita la crescita”, ha concluso l’economista.
Tiziana Pikler