Meloni, Coldiretti Mantova: la concentrazione dell’offerta comprime i prezzi

MANTOVA – La campagna dei meloni deve fare i conti con i cambiamenti climatici. Le gelate di aprile e la pioggia caduta in maggio – rileva Coldiretti Mantova – hanno fatto slittare di un paio di settimane la maturazione del prodotto, provocando una concentrazione dell’offerta che in alcuni casi stenta ad essere assorbita, nonostante consumi trainati dalle temperature elevate di quest’ultima settimana.

“La qualità è mediamente elevata, confermata da un grado zuccherino che si colloca su valori sostenuti – commenta Andrea Costa, produttore di Quatrelle di Felonica – ma l’attenzione è tutta sul mercato, perché una eventuale saturazione porterebbe a un ridimensionamento dei prezzi non sostenibili dai produttori”.

Qualche difficoltà, in questa fase, c’è già. Lo afferma Riccardo Gorzoni, direttore della Op Sermide Ortofruit, una realtà interprovinciale che commercializza quasi 19mila tonnellate di meloni coltivati su 650 ettari e 11.500 tonnellate di cocomeri ottenute da 250 ettari in produzione.

“A maggio abbiamo registrato una forte riduzione della commercializzazione, con cali anche del -50% rispetto agli standard, proprio per i ritardi legati alla maturazione del prodotto – spiega Gorzoni – e questo ha comportato una sovrapposizione fra i meloni prodotti in serra e quelli in pieno campo”. Il contraccolpo si è riverberato inevitabilmente sui prezzi, che, dai primi calcoli della Op Sermide Ortofruit, “rispetto alla media dello stesso periodo del 2020 sono inferiori di circa 30 centesimi al chilogrammo”.

Di maggiore soddisfazione il mercato per cocomeri e, soprattutto, mini-cocomeri, una varietà che arriva a pesare da 1,2 a 3 chilogrammi, mentre il cocomero ha una pezzatura che va dai 10 ai 15 chili.

“I prezzi si aggirano sui 70 centesimi al chilo per i cocomeri – dice Paolo Bassi, produttore di Sermide con circa 50 ettari di cocomero e 10 ettari di mini cocomero – e arrivano a 90 centesimi-1 euro per i prodotti mini. La domanda, fra l’altro, con queste temperature elevata è molto positiva. Con riferimento alle rese in campo, invece, la produzione di cocomeri in serra è inferiore del 20% rispetto a un anno fa e la causa è legata proprio al climate change”.

Mantenere elevata la qualità delle produzioni, anche selezionando attentamente i meloni in base al grado zuccherino, è la ricetta di Francesca Nadalini, intervenuta all’evento digitale di Italiafruit News. “Quando si lavora sulla linea premium, su una gamma garantita, sull’Igp o su un marchio bisogna essere assolutamente coerenti: la garanzia di continuità per tutta la stagione è un ritorno all’acquisto certo”, ha detto Nadalini nel corso del dibattito.

Quanto al tema dei cambiamenti climatici, secondo uno studio pubblicato nel Journal of Environmental Economics and Management, in uno scenario di riscaldamento globale spinto, i raccolti globali si potrebbero ridurre del 10% entro la metà del secolo e del 25% entro la fine del secolo. Dati da non sottovalutare.