CASTIGLIONE Qualche miglioramento c’è stato. Ma solamente di lieve entità: di certo non tanto da poter ritenere conclusa la bonifica Rapetti e puliti i terreni sui quali si trova il campo da calcio Cardone. E insomma, dopo sette anni di bonifiche, i risultati non sono ancora apprezzabili. Tanto che ora il Comune sta iniziando a prendere in considerazione quali soluzioni alternative – e soprattutto definitive – adottare per ripulire quei terreni.
La notizia arriva dalle carte che Arpa ha inviato ancora una decina di giorni fa al Comune. Carte che contengono i risultati di uno dei vari monitoraggi degli interventi di bonifica, eseguiti nel corso degli anni. I numeri precisi non ancora noti, ma ciò che appare certo è che, nonostante il perdurare degli interventi di bonifica, la situazione sostanzialmente non migliori – e se migliora, migliora in modo solo lieve.
Una situazione delicata, quella che si sta delineando, dal momento che viene messo in evidenza come nonostante tutti gli interventi di bonifica e tutti gli accorgimenti messi in atto, il livello di bonifica dei terreni dell’ex Rapetti non raggiungono una soglia soddisfacente. E, insieme ai terrenti della rubinetteria dimessa una ventina d’anni fa, anche i terreni dell’adiacente campo da calcio Cardone.
Proprio per questi motivi il Comune, alla luce dei risultati non soddisfacenti arrivati una decina di giorni fa, sta iniziando a valutare ipotesi e alternative differenti rispetto all’attuale e che soprattutto portino ad una soluzione definitiva del problema. Questo per vari ordini di ragioni. Anzitutto perché un sito inquinato, in ogni caso, va bonificato. Inoltre perché il sito inquinato dell’ex Rapetti, nel cui sottosuolo si registrano livelli di solventi clorurati oltre la soglia massima, è localizzato in prossimità di decine e decine di abitazioni. E infine perché il Comune ormai da molti anni ha in progetto la vendita del Cardone, i cui ricavi verrebbero reinvestiti sul territorio. Nonostante vari soggetti interessati, nessuno intende accollarsi la responsabilità di acquistare un terreno le cui sorti non sono ben chiare.
Il prezzo di vendita della struttura sportiva si aggira sui due milioni di euro: una cifra considerevole con la quale l’ente locale potrebbe realizzare parecchie opere, ma che almeno per ora rimane solamente un numero ascritto ormai da anni nei vari bilanci comunali.
Probabilmente già nelle prossime settimane il Comune convocherà sia la proprietà dell’ex Rapetti (l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero) sia l’Arpa, per discutere delle soluzioni migliori che si possano adottare per risolvere la questione