Rivarolo M.no Si dice che l’amore non abbia età. E, alcune volte, questo detto vale anche per il calcio. Lo dimostra Andrea Buoli, che alla bellezza di 42 anni, è pronto a sposare un’altra volta la Rapid United. Un vecchio amore che la lontananza non ha sbiadito. Il bomber, classe di ferro ‘82, aveva già detto “sì” ai blues altre due volte in passato. E adesso, con la Rapid tornata in seconda, ha accettato anche la terza proposta di matrimonio. «Quello che mi spinge è la passione – afferma Andrea – faccio fatica a vedermi nella quotidianità senza l’impegno e la routine del calcio. In più, nonostante l’età e i vari acciacchi, bene o male riesco ancora a dire la mia. Mi piace potermi confrontare con i ragazzi più giovani, lo vedo come uno stimolo a dare di più». «Sono tornato – prosegue l’attaccante – per il buon rapporto che ho con Fabio Biffi. In passato ho lasciato a malincuore la Rapid perché c’erano determinate situazioni che mi hanno spinto a fare scelte diverse. Ma quando mi hanno presentato il progetto, ho capito che mi volevano fortemente: così ho ceduto».
Dopo la breve parentesi al Psg, culminata con la decisione di fermarsi per divergenze, Andrea dovrà ritrovare la dimestichezza col pallone. Ma per lui non sembra un problema. «Sono pronto – assicura – ho sempre continuato ad allenarmi in palestra, corsa libera e padel. Adesso sto bene e non vedo l’ora di tornare in campo. Con mister Perboni ho già parlato, mi ha fatto un’ottima impressione, anche se non l’ho mai avuto come allenatore». Di esperienza, il bomber, ne ha da vendere. Anche per questo la Rapid lo ha voluto fortemente. Ce ne sarà bisogno per ripartire dopo una stagione sfortunata. «Ho iniziato in Promozione, a Canneto, all’età di 16-17 anni – racconta Buoli – dopo di che sono passato all’Asola per poi trasferirmi per cinque anni alla Leoncelli. Dalla Promozione, sono andato in Prima con la Casalese. Qui ho conquistato tre promozione, salendo fino all’Eccellenza. Ho deciso poi di cercare nuovi stimoli altrove e sono passato al Castellucchio, dove abbiamo subito vinto la Promozione, salendo in Eccellenza. Da lì sono tornato a Casalmaggiore e poi di nuovo ad Asola per quattro anni: abbiamo fatto su e giù dalla Promozione. Poi è iniziata la fase calante, anche a causa dell’infortunio al ginocchio rimediato quando ero allo Sporting. Prima del Covid ho avuto un primo contatto con l’ambiente Rapid e ho deciso di tornarci due anni dopo. Abbiamo vinto il campionato di Seconda, ma io sono andato al Psg. Il resto, ovvero il terzo sì alla Rapid, è storia di questi giorni». «In futuro, dopo aver smesso di giocare, mi piacerebbe fare l’allenatore – conclude Andrea – non so se ci riuscirò a tempo pieno per via degli impegni di lavoro, magari potrei fare il vice. Altrimenti mi dedicherò ad altri sport: padel, bicicletta e corsa, di sicuro non rimarrò fermo».
Samuele Elisse