MANTOVA Passano i giorni e lo sport italiano si appresta a vivere una crisi economica che sembra purtroppo inevitabile. In Italia, ma anche nel resto d’Europa. La Fir (Federqazione Italiana Rugby) ha già ufficializzato l’annullamento di tutti i campionati: nessun titolo assegnato, niente promozioni e niente retrocessioni. Ora tutti aspettano il passo delle altre Federazioni, soprattutto della Figc. Il presidente del Coni Malagò ha fatto capire che ogni Federazione potrebbe prendere in esame delle ipotesi differenti. Tra le società calcistiche c’è molta confusione. C’è chi ha il terrore che vengano vanificati tutti gli sforzi fatti e chi, invece, spera di non retrocedere. Il capo della Lnd, Cosimo Sibilia, in un’intervista a tuttoc.com, è rimasto molto abbottonato riguardo al tema legato appunto ai destini dei vari campionati. «Vista la situazione ancora così critica, non mi sembra opportuno fare delle ipotesi al riguardo». Lo stesso dicasi anche per possibili ripescaggi: «Affronteremo a tempo debito la questione in Consiglio Federale. Con la speranza, ovviamente, di non doverlo fare. Detto ciò, la nostra analisi, presentata alla Figc, ritiene credibile che si possa arrivare anche al 30% di società in meno. Una vera catastrofe, sotto tutti i punti di vista». E la Lnd rappresenta una buona parte del Paese. «I dilettanti, che rappresentano il 98% del calcio italiano, sono di fatto il tessuto sociale, oltreché sportivo del Paese. Il nostro movimento è fatto di grandi piazze, come in Serie D, ma anche di piccoli paesi, per questo il problema ha per noi dimensioni enormi. Per trovare soluzioni servono interventi importanti da parte delle istituzioni».