Calcio Serie B – De Maio, (quasi) 38 e non sentirli: “Quando il Mantova chiama, io ci sono”

Sebastien De Maio
Sebastien De Maio

MANTOVA È una vera e propria seconda giovinezza, quella che sta vivendo Sebastien De Maio. Tra poco più di un mese spegnerà 38 candeline, eppure lo ritroviamo sempre più spesso in campo a guidare con piglio sicuro la difesa del Mantova. Nel 2025 non ha saltato un secondo di partita, nè a Cosenza nè a Cittadella. Mister Possanzini lo ha definito “un esempio”: «Lo ringrazio – dice – , ma sono tanti qui gli esempi. Penso a Burrai, Redolfi, Brignani, Trimboli, Galuppini, e potrei andare avanti. Io, come loro, cerco di dare il meglio. L’esempio è dare il massimo in settimana durante gli allenamenti e la domenica in campo. E provare sempre a migliorarsi, anche se hai 37 anni. Il fatto di essere partito titolare nelle ultime due partite non significa nulla: siamo tutti titolari». Gli chiedono se si senta più uomo spogliatoio o di campo: «Tutte e due – risponde senza esitare – . Io ho ancora tanta voglia di giocare. L’anno scorso sono venuto a Mantova e non giocavo da 6 mesi. Nuova squadra, nuovo ambiente: mi ci è voluto un po’ per riprendere i ritmi. L’esperienza mi ha aiutato, ma non è stato facile. Quest’anno invece ho potuto effettuare la preparazione estiva, mi sono sempre allenato e questo mi ha aiutato».
Con la vittoria di Cittadella, il Mantova si è finalmente sbloccato in trasferta. «Non lo vivevamo come un peso – rivela De Maio – , piuttosto come un desiderio. Bastava stare tranquilli e aspettare il momento giusto, magari curando meglio i dettagli. La vittoria è arrivata e ci ha fatto tutti contenti. Vincere fuori casa ti regala fiducia e consapevolezza». Oltretutto, sia a Cosenza che a Cittadella s’è visto un Mantova a tratti meno bello è più “sporco”: «Questo denota la crescita della squadra – osserva il difensore francese – . Bisogna leggere i vari momenti della partita: a volte possiamo esprimerci col gioco che ci piace, altre volte dobbiamo adattarci in base agli avversari, al campo o ad altri fattori. Siamo preparati. E poi serve pazienza, per capire cosa vogliono fare gli avversari, se è meglio attenderli o giocare uno contro uno: in tal caso noi davanti abbiamo una “bestia” (Mensah, ndr), che è bravissimo». A proposito di singoli, De Maio elogia anche Ruocco, tornato in campo e in gol a Cittadella: «Così brevilineo, per noi “lunghi” è tosto da marcare. Sono contento per lui: ha passato due mesi complicati, ma ha capito che doveva rimboccarsi le maniche, si è allenato tanto ed è stato ripagato».
Sabato al Martelli arriva la Sampdoria. Per De Maio, che in Serie A ha disputato tre stagioni con le maglia del Genoa, una specie di derby… «In realtà la vivo come una partita normale – precisa – . Certo, quando giocavo a Genova era diverso… Diciamo che se vinciamo metto in conto che qualche amico genoano possa scrivermi. Rivalsa per la sconfitta dell’andata? Ma no: l’arbitro ci annullò ingiustamente un gol, ma tutti possiamo sbagliare. Ecco, se dovesse ripetersi un errore, speriamo che stavolta sia a nostro favore!». Quello con la Samp e il derby successivo col Modena possono dire tanto sul futuro del Mantova, ma Sebastien preferisce non “caricare” troppo: «Ci giocheremo tre punti come in ogni partita, niente di più. Il campionato è ancora indefinito, ogni domenica c’è una sorpresa che cambia la classifica. Mentalmente non è facile gestire queste variazioni: devi stare attento quando vinci e tranquillo quando perdi. Certo, se devo dirvi da che parte guardo la classifica, vi rispondo in alto, non certo alle spalle. Poi se devo cadere cado, ma è giusto essere ambiziosi».