Mantova Presentazione in grande stile per l’ultimo acquisto del Mantova, Mattia Aramu. Il fantasista è stato presentato ieri in una location emblematica: la terrazza dell’hotel San Lorenzo che dà direttamente sul centro città. Arrivato in prestito con diritto di riscatto dal Genoa, Aramu è pronto a rilanciarsi dopo due stagioni con più bassi che alti. Ma prima di lasciare la parola al calciatore, è intervenuto il dt Christian Botturi che ha tenuto a precisare un dettaglio… «Siamo orgogliosi e felici – spiega il direttore – di aver accettato nel nostro gruppo Mattia. Non quanto calciatore, bensì come uomo. L’incontro è avvenuto con la presenza anche di mister Possanzini, ancor prima di incontrare Leonardo Mancuso. Sensibilità e volontà di riscattarsi ci hanno colpito molto. Per discorsi tecnici, non ha potuto raggiungerci subito, ma poco importa perché assicuro che nella sua testa c’era solo l’Acm». «Mattia non è qui per dimostrare il suo valore a nessuno – prosegue – ma a se stesso. Se un giocatore dalla sua caratura sceglie il nostro progetto dopo due anni non in linea con le aspettative, un motivo c’è. Lo accogliamo con forza, consapevoli che ci aiuterà a raggiungere il porto principale: la salvezza».
Come recitava Virgilio, “Mantua Me Genuit”, slogan inciso sul colletto delle divise da gioco, ha incuriosito anche Aramu. «Mi hanno fatto sentire importante – racconta il centrocampista – per questo ci ho messo poco tempo a decidere. Non dico che sia una sfida personale, ma lo ritengo più un rilancio per me stesso dopo due annate non all’altezza. Sono felice di essere qui e spero di raggiungere il prima possibile l’obiettivo». «L’impatto con l’ambiente è stato positivo: mi hanno accolto tutti bene. So che può sembrare una frase fatta, ma ho trovato una famiglia che ha allargato le braccia per accogliermi. Il mister mi conosce e sa che mi piace svariare sulla trequarti. Però deciderà lui il come e dove; io sono a sua disposizione». La scelta del numero 70 ha un suo perché… «Assieme ai miei famigliari abbiamo deciso di sommare la nascita mia, di mia moglie e mio fratello». Venezia, Genoa e Bari (nell’ordine) sono state le maglie con cui ha giocato in Serie B. «È da sempre una categoria in cui tutto può succedere. La parola fondamentale è equilibrio: non c’è da esaltarsi quando le cose vanno bene oppure buttarsi giù quando non girano. Il progetto Mantova mi ha colpito perché ho visto l’ambizione della società, che si allinea al mio modo di essere. Sono una persona genuina e che fa gruppo, per questo reputo di trovarmi nel posto ideale. Ho trovato uomini e ragazzi umili, con voglia di fare e dimostrare. Hanno la testa sulle spalle e questa cosa non è da tutti». «Ai miei compagni dico di giocare come sanno – conclude il classe ’95 – . Sono bravi, forti e un gruppo sano. Qualsiasi cosa succederà, ci sarà sempre pronto qualcuno ad aiutarlo. Infine voglio ringraziare il direttore per l’opportunità datami: non vedo l’ora di scendere in campo per ripagare la fiducia. Per me è stato un matrimonio perfetto: ci siamo trovati fin da subito».