MANTOVA E venne il giorno del Consiglio Federale. Oggi alle 12 i vertici del calcio si ritroveranno in videoconferenza per la riunione più attesa da parecchi anni a questa parte. Sarà un mezzogiorno di fuoco, su questo non ci sono dubbi. Il difficile, semmai, è prevedere quanto arrosto e quanto fumo produrrà. Fuor di metafora, quante decisioni concrete emergeranno e quante invece rimarranno nell’aria, sottoforma di dibattito destinato ad aggiornarsi nelle prossime settimane.
Tra i punti all’ordine del giorno ci sono le “modalità di conclusione dei campionati stagione sportiva 2019-2020”. Il Mantova e tutte le società virgiliane dilettantistiche si aspettano che venga decretata la chiusura anticipata dei campionati, dalla Serie D in giù. Su questo non ci saranno sorprese e al Consiglio della Lnd, in programma venerdì, non resterà che ratificare questa ovvia decisione.
Il difficile è prevedere cos’altro verrà stabilito oggi. A occhio e croce poco o nulla di più. Per quanto riguarda gli altri campionati, tutto è tornato in discussione. La Serie A viaggia spedita verso la ripresa («il 28 maggio decideremo la data», ha dichiarato ieri il ministro Spadafora); la B segue a ruota; e pure la C potrebbe riservare un clamoroso colpo di coda. Già, perchè le richieste avanzate dall’assemblea dei club rischiano di essere rigettate dalla Figc: i criteri per stabilire la quarta promossa e il blocco di retrocessioni e ripescaggi hanno provocato parecchio malumore, pertanto non è da escludere che anche per la C venga data al campo la facoltà di esprimere i verdetti. Ovviamente quando e se le condizioni sanitarie lo permetteranno. Per questo, la sensazione diffusa è che oggi si prenda tempo, in attesa di un quadro più chiaro.
Ma l’aspetto più nebuloso è quello legato alla riforma dei campionati. Più che una riforma diremmo una rivoluzione, che ridurrebbe da 100 a 60 le squadre professionistiche e cambierebbe la fisionomia di tutte le categorie (Serie A esclusa). L’argomento continua a far discutere, dividendo i club tra favorevoli e contrari. Negli ultimi giorni hanno preso posizione anche il presidente della Lega di B Balata e quello della Lnd Sibilia, schierandosi a favore del cambiamento (peraltro tutto da concordare nella forma). Ma tanti club non ci sentono e, pur disponibili a discuterne, spingono per farlo entrare in vigore dalla stagione 2021-22. Tra questi c’è il Mantova, che aveva fondato il suo progetto sul ritorno tra i professionisti e rischia invece di disputare un altro campionato tra i dilettanti (o semiprofessionisti, cambia poco). Ragionare sulle conseguenze che una simile prospettiva potrebbe comportare è prematuro; di certo in viale Te non farebbero i salti di gioia.
L’impressione, tuttavia, è che il dibattito proseguirà a lungo. Diciamo almeno per un mese. Lasciando così incerto il destino dei campionati professionistici di questa surreale stagione 2019-20. Mai come in questi giorni, paradossalmente, la prossima annata calcistica appare indecifrabile. Nella sua fisionomia, nel suo sviluppo e nei suoi tempi. Difficilmente il Consiglio di oggi aiuterà a chiarire le idee.