Mantova Il Mantova incappa nella seconda sconfitta di fila. Dopo il 3-1 di Modena, contro il Sassuolo, i biancorossi giocano alla pari, ma escono dal “Martelli” a mani vuote. Mister Davide Possanzini però non fa drammi e allontana le negatività. «La mia squadra ha fatto una buona partita, nei suoi limiti. Ma non posso dire di aver visto un Sassuolo superiore al Mantova. Sapevamo delle difficoltà di questa sfida, però siamo sempre rimasti sul pezzo. Ad un certo punto hanno anche rinunciato a venirci a prendere, lasciandoci il pallino del gioco. Oggi (ieri, ndr) la differenza l’hanno fatta qualità e giocatori. La storia e il passato parlano e si fanno sentire in campo, soprattutto sotto l’aspetto mentale. Nonostante questo i ragazzi sono arrivati spesso nella tre quarti di campo avversaria con palloni puliti e pronti da giocare, ma non sono riusciti a fare lo step decisivo. Questo non perché sono scarsi, ma perché è mancata la convinzione di vedersi alla pari degli avversari, di poter fare bene, e magari batterli. Non vedersi all’altezza del Sassuolo è stato determinante».
I tre gol incassati al “Martelli” , aggiunti a quelli di Modena, fanno sei in due gare. «Per quello che si è visto in campo – spiega – non dovevamo prenderne tre. C’è da lavorare tanto, ma devo vedere per forza il bicchiere mezzo pieno. Non siamo rimasti a difenderci sperando di non prendere il quarto o quinto. A volte abbiamo fatto cose buone, altre no. Ma se il risultato determina una gara buona da una negativa, non sono di questo avviso perché la mia cultura è un’altra. Perdere col Sassuolo è normale. Facciamo le cose perché vogliamo fare bene al Mantova. Non vedo la squadra demotivata. Mi è sembrato strano vedere poca gente allo stadio. L’entusiasmo ci vuole: giochiamo per i tifosi che ci seguono e ci vogliono bene davvero. Mi sbaglierò, ma sto avvertendo troppo pessimismo. Noi siamo i primi che diamo tutto in campo e in allenamento. Confrontarsi con giocatori forti è sia un’opportunità, che una difficoltà perché ti permette di alzare il livello». «È vero che ci sono tante cose a livello tecnico e tattico da mettere a posto – conclude Possanzini – . Ma dipende tutto da come si affrontano le difficoltà: senza paura e con il coraggio di fare. Personalmente sono amareggiato più di tutti perché ho visto la mia squadra non convinta di poter vincere. Serve tempo prima di crescere. Non possiamo pensare di vincere tutte le partite come l’anno scorso. Bisogna sempre pensare che siamo partiti dal niente, sennò si perde di vista la realtà. Se adesso giochiamo certi tipi di sfide con la nostra identità, è solo perché abbiamo sempre creduto nel nostro percorso. E per me questa è una vittoria».
Samuele Elisse