Vasche in città, promosse con riserva

MANTOVA  Finisce luglio ed è tempo un’analisi riguardo la prima tranche del progetto“ Vasche in città”, la rassegna di eventi voluta dall’amministrazione comunale, con alcune considerazioni specifiche riferite alla programmazione delle serate del giovedì. Il Comune ha investito 130.000 euro nel progetto, un “contenitore di eventi”, lanciato a maggio 2023, il quale “nasce dalla necessità di riportare il centro storico della città di Mantova alla sua funzione sociale dopo l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 che ha colpito le attività culturali e gli esercizi commerciali”. La regia decisionale dell’operazione è in mano alla Fondazione Umberto Artioli, supportata dalle associazioni di categoria. E cosa pensano le associazioni di categoria di questo primo periodo? Per Mattia Pedrazzoli, delegato alla presidenza pubblici esercizi Confesercenti Mantova: «Un bel progetto, che è bene aver avviato, ma è stato sbagliato qualcosa. Noi chiediamo maggiore condivisione sulle scelte intraprese e abbiamo delle proposte da portare al tavolo decisionale: tutte le parti attive devono essere ascoltate. Inoltre, si deve migliorare la parte comunicativa del progetto». Per Stefano Solci, presidente dei pubblici esercizi: « La cosa importante è che il progetto ci sia, e sia stato pensato dalla pubblica amministrazione, la quale prende coscienza della crisi sistematica che affligge il centro e la volontà di correre ai ripari. Alcune considerazioni: serve una comunicazione mirata e continua; il clima avverso non ha giovato al mese di luglio, e speriamo ci sia una ricaduta positiva ad agosto».  E aggiunge: «Come associazioni di categoria ci auspichiamo che il Comune potenzi la comunicazione, che sia sistematica e più performante, per dare continuità al progetto». Stefano Gola, presidente della sezione cittadina di Confcommercio Mantova: «Siamo felici che anche l’amministrazione abbia preso coscienza della crisi che attanaglia il centro storico da anni: terremoto, Covid, sono alcune motivazioni ma non le sole. C’è poi il discorso partecipazione: a fronte di una campagna di comunicazione che sicuramente ha dei margini di miglioramento, ma qui c’è un cambiamento di mentalità da fare: uscire dalla mentalità del bottegaio e diventare imprenditore, rischiare, tenere aperto, e poi vedere i frutti raccolti o meno».